La nozione di appartenenza, da sempre intimamente intrecciata ai concetti di identità, identificazione e cittadinanza, secondo le più recenti teorie etno-sociolinguistiche scavalca questa categorizzazione dogmatica e giunge ad una concettualizzazione multi-razionale, fluida e multi-relazionale (Vallentin, 2017; Kuurne, Vieno, 2022). Anche se strettamente legata al luogo, al contesto e alla posizione (Anthias, 2016), l’appartenenza racchiude in sé aspetti culturali ed esperienze sociali che connettono le persone, creando un senso di appartenenza comune non prettamente fisica (Barth, 1969). È dunque proprio grazie a questa lettura sfaccettata, che concepisce l’appartenenza come un luogo sociale caratterizzato da relazioni ed emozioni (Yuval-Davis, 2006), che si sviluppano appartenenze multiple e complesse, negoziate nel quotidiano di ciascuno. Luoghi pubblici, quali le scuole, sono catalizzatori di convivenza di appartenenze multiple e diversificate, riunite sotto un unico tetto; luoghi che accolgono bambine e bambini con repertori linguistici variegati, che appartengono a un passato migratorio, più o meno lontano, a un presente locale italiano, e a un futuro ancora tutto da scoprire. Bambini che, se correttamente guidati, possono prendere consapevolezza del proprio vissuto e valorizzarlo, stimolando la maturazione delle proprie capacità di relazione, la ricerca della propria identità nella dimensione affettiva e sociale, e il decentramento conoscitivo del proprio vissuto (Brasca, Zambelli, 1992). Inserita in un paradigma trasformativo (Kawulich, 2012), che si rifà alla pedagogia degli oppressi (Freire, 1970) e alla Social Justice, la ricerca intende, da un lato, indagare da una prospettiva etnolinguistica le diverse rappresentazioni di appartenenza dei bambini e delle bambine di una scuola primaria del comune di Milano; dall’altro, secondo un approccio pedagogico-didattico, vuole comprendere quali strategie educative possano tutelare e valorizzare la ricchezza linguistico-culturale del contesto scuola. In conclusione, grazie all’adozione di un metodo qualitativo e di una metodologia etnografica, la ricerca si propone di offrire un contributo pratico e teorico riguardo il binomio appartenenza-lingua. Nello specifico ci si aspetta una maggiore concettualizzazione del tema dell’appartenenza dalla prospettiva dei bambini e delle bambine.
Lefterov, P. (2024). Sotto lo stesso tetto: Lingue, Legami e Appartenenze nella Scuola Multiculturale.. Intervento presentato a: LINGUISTIC COLLOQUIUM LANGUAGE, REGION, IDENTITY – LRI. 7th LRI Workshop for early-career researchers Language and Belonging, Merano.
Sotto lo stesso tetto: Lingue, Legami e Appartenenze nella Scuola Multiculturale.
Lefterov, PV
Primo
2024
Abstract
La nozione di appartenenza, da sempre intimamente intrecciata ai concetti di identità, identificazione e cittadinanza, secondo le più recenti teorie etno-sociolinguistiche scavalca questa categorizzazione dogmatica e giunge ad una concettualizzazione multi-razionale, fluida e multi-relazionale (Vallentin, 2017; Kuurne, Vieno, 2022). Anche se strettamente legata al luogo, al contesto e alla posizione (Anthias, 2016), l’appartenenza racchiude in sé aspetti culturali ed esperienze sociali che connettono le persone, creando un senso di appartenenza comune non prettamente fisica (Barth, 1969). È dunque proprio grazie a questa lettura sfaccettata, che concepisce l’appartenenza come un luogo sociale caratterizzato da relazioni ed emozioni (Yuval-Davis, 2006), che si sviluppano appartenenze multiple e complesse, negoziate nel quotidiano di ciascuno. Luoghi pubblici, quali le scuole, sono catalizzatori di convivenza di appartenenze multiple e diversificate, riunite sotto un unico tetto; luoghi che accolgono bambine e bambini con repertori linguistici variegati, che appartengono a un passato migratorio, più o meno lontano, a un presente locale italiano, e a un futuro ancora tutto da scoprire. Bambini che, se correttamente guidati, possono prendere consapevolezza del proprio vissuto e valorizzarlo, stimolando la maturazione delle proprie capacità di relazione, la ricerca della propria identità nella dimensione affettiva e sociale, e il decentramento conoscitivo del proprio vissuto (Brasca, Zambelli, 1992). Inserita in un paradigma trasformativo (Kawulich, 2012), che si rifà alla pedagogia degli oppressi (Freire, 1970) e alla Social Justice, la ricerca intende, da un lato, indagare da una prospettiva etnolinguistica le diverse rappresentazioni di appartenenza dei bambini e delle bambine di una scuola primaria del comune di Milano; dall’altro, secondo un approccio pedagogico-didattico, vuole comprendere quali strategie educative possano tutelare e valorizzare la ricchezza linguistico-culturale del contesto scuola. In conclusione, grazie all’adozione di un metodo qualitativo e di una metodologia etnografica, la ricerca si propone di offrire un contributo pratico e teorico riguardo il binomio appartenenza-lingua. Nello specifico ci si aspetta una maggiore concettualizzazione del tema dell’appartenenza dalla prospettiva dei bambini e delle bambine.File | Dimensione | Formato | |
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