Se il mondo del lavoro con la sua liquidità, precarietà e instabilità diffuse si rivela critico per le società contemporanee nel loro complesso, contemporaneamente provoca specifiche forme di esclusione e sofferenza. Per uomini e donne con background migratorio sono spesso riservate posizioni lavorative meno qualificate e retribuzioni più basse (Venturini & Villosio, 2008), a cui corrispondono una diffusa percezione di discriminazione nei contesti lavorativi e atteggiamenti di “impotenza appresa” in relazione alle aspirazioni lavorative (Rainisio et al., 2022). I CPIA sono sorti come evoluzione dei CTP con l’obiettivo di intrecciare le prospettive dell’Educazione degli Adulti con quelle del Life Long Learning, allo scopo di promuovere l’arricchimento delle competenze e il riconoscimento degli apprendimenti di adulti in particolare inoccupati (Pitzalis, 2019). Le finalità di istituire “percorsi di formazione professionale per facilitare l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro”, come stabilito dalla normativa del 1997 che ha istituito i CTP, si sono gradualmente intrecciate con le questioni migratorie. Se da una parte la popolazione scolastica è diventata sempre più eterogenea, dall’altra le policy educative hanno spinto i CTP e successivamente i CPIA ad assumere sempre più un ruolo nella gestione dei flussi migratori, attraverso le certificazioni linguistiche e compiti di formazione permanente, con percorsi di alfabetizzazione e di primo e secondo livello. Gli strumenti previsti affinché i docenti dei CPIA possano confrontarsi con questioni lavorative e migratorie insieme si basano sulla valorizzazione delle competenze formali, informali e non formali (di Rienzo, 2021), la personalizzazione del percorso di studi e l’orientamento al lavoro anche attraverso la rete con i servizi del territorio (Floreancig et al., 2018). A sfidare queste prospettive vi sono, però, le traiettorie biografiche, formative e lavorative complesse ed estremamente variegate degli studenti con background migratorio, le quali spesso non trovano spazio e accoglienza nelle pratiche quotidiane e nelle progettualità portate avanti all’interno dei CPIA. Quali percorsi di vita, esperienze professionali, studi hanno alle loro spalle? Di quali bisogni, competenze e aspirazioni si fanno portatori? Come gli insegnanti provano – o potrebbero provare – a intercettare i primi, valorizzare le seconde e sostenere le terze, allo scopo di rendere l’apprendimento più efficace e l’inserimento nel mondo del lavoro migliore? Proveremo a rispondere a questi quesiti a partire dagli insight provenienti da uno studio di caso realizzato in un CPIA dell’hinterland milanese, che ha inteso raccogliere le voci di studenti e insegnanti. Ne emergeranno degli spunti utili per la formazione dei docenti che lavorano in questi istituti, ma anche più in generale delle indicazioni per una revisione delle policy educative in materia di orientamento e formazione al lavoro in chiave interculturale.
Mussi, A. (2023). Tra competenze e aspirazioni lavorative. Un racconto multivocale e interculturale a partire da uno studio di caso in un CPIA dell’hinterland milanese. In Sistemi educativi, orientamento, lavoro. Junior Conference (pp.89-92). Lecce : Pensa MultiMedia.
Tra competenze e aspirazioni lavorative. Un racconto multivocale e interculturale a partire da uno studio di caso in un CPIA dell’hinterland milanese
Mussi Alessandra
2023
Abstract
Se il mondo del lavoro con la sua liquidità, precarietà e instabilità diffuse si rivela critico per le società contemporanee nel loro complesso, contemporaneamente provoca specifiche forme di esclusione e sofferenza. Per uomini e donne con background migratorio sono spesso riservate posizioni lavorative meno qualificate e retribuzioni più basse (Venturini & Villosio, 2008), a cui corrispondono una diffusa percezione di discriminazione nei contesti lavorativi e atteggiamenti di “impotenza appresa” in relazione alle aspirazioni lavorative (Rainisio et al., 2022). I CPIA sono sorti come evoluzione dei CTP con l’obiettivo di intrecciare le prospettive dell’Educazione degli Adulti con quelle del Life Long Learning, allo scopo di promuovere l’arricchimento delle competenze e il riconoscimento degli apprendimenti di adulti in particolare inoccupati (Pitzalis, 2019). Le finalità di istituire “percorsi di formazione professionale per facilitare l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro”, come stabilito dalla normativa del 1997 che ha istituito i CTP, si sono gradualmente intrecciate con le questioni migratorie. Se da una parte la popolazione scolastica è diventata sempre più eterogenea, dall’altra le policy educative hanno spinto i CTP e successivamente i CPIA ad assumere sempre più un ruolo nella gestione dei flussi migratori, attraverso le certificazioni linguistiche e compiti di formazione permanente, con percorsi di alfabetizzazione e di primo e secondo livello. Gli strumenti previsti affinché i docenti dei CPIA possano confrontarsi con questioni lavorative e migratorie insieme si basano sulla valorizzazione delle competenze formali, informali e non formali (di Rienzo, 2021), la personalizzazione del percorso di studi e l’orientamento al lavoro anche attraverso la rete con i servizi del territorio (Floreancig et al., 2018). A sfidare queste prospettive vi sono, però, le traiettorie biografiche, formative e lavorative complesse ed estremamente variegate degli studenti con background migratorio, le quali spesso non trovano spazio e accoglienza nelle pratiche quotidiane e nelle progettualità portate avanti all’interno dei CPIA. Quali percorsi di vita, esperienze professionali, studi hanno alle loro spalle? Di quali bisogni, competenze e aspirazioni si fanno portatori? Come gli insegnanti provano – o potrebbero provare – a intercettare i primi, valorizzare le seconde e sostenere le terze, allo scopo di rendere l’apprendimento più efficace e l’inserimento nel mondo del lavoro migliore? Proveremo a rispondere a questi quesiti a partire dagli insight provenienti da uno studio di caso realizzato in un CPIA dell’hinterland milanese, che ha inteso raccogliere le voci di studenti e insegnanti. Ne emergeranno degli spunti utili per la formazione dei docenti che lavorano in questi istituti, ma anche più in generale delle indicazioni per una revisione delle policy educative in materia di orientamento e formazione al lavoro in chiave interculturale.File | Dimensione | Formato | |
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