L’opera di Alberto Manzi, personalità poliedrica e eclettica che riunisce in sé diverse anime, è oggetto di una rivisitazione critica perchè, a distanza di quarant’anni dall’apice della sua esperienza, culturale e umana, appare come una miniera di sorprese per chi ne avvicina l’ispirazione pedagogica e la pratica educativa sul campo. . L’opera pedagogica di Manzi custodisce un afflato educativo carico di desiderio che risulta di difficile penetrabilità. Educatore, maestro, pedagogista, formatore di adulti, uomo di televisione, scienziato, sceneggiatore, regista, autore e divulgatore, nella sua opera confluiscono diversi stimoli del suo presente, distillati dalla sagacia intellettuale e dal coraggio intellettuale di un uomo che ha amato, una scuola intelligente e disobbediente, ponendo la sua opera di maestro a servizio dell’istituzione scuola, non tanto e non solo, come sembrerebbe ad una visione più superficiale, per liberare i ragazzi dal peso di un’istruzione satolla e costruita su principi astratti (l’intellettualismo, la valutazione, il grigiore della lezione tradizionale), quanto piuttosto per un più ambizioso progetto di riforma della scuola stessa.Il contributo si concentra sugli inizi della carriera di insegnante di Manzi e sul suo lavoro in carcere per cogliere nelle scelte pedagogiche che orientano la sua progettazione di un setting orientato a dare corpo alla presenza incarnata dei suoi allievi "devianti" un lavoro profondo di rivisitazione degli assunti culturali e valoriali dell'istituzione carceraria. le intuizioni che muovono la progettazione diattica di manzi si riverbereranno nei suoi passi successivi di maestro nella scuola primaria dove privilegerà forme di apprendimento cooperativo in cui è centrale la disposizione del luogo, l'apertura al contagio della vitalità del mondo esterno, e l'utilizzo dell'immaginazione e del pensiero divergente come strategie per produrre un apprendimento integrato e rispettoso della singolarita dei suoi piccoli allievi.
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, S. (2012). Dispositivi di soglia nel carcere e nella scuola. L'educazione al desiderio del maestro Alberto Manzi. NUOVA SECONDARIA, 3, 80-92.
Dispositivi di soglia nel carcere e nella scuola. L'educazione al desiderio del maestro Alberto Manzi
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, STEFANIA
2012
Abstract
L’opera di Alberto Manzi, personalità poliedrica e eclettica che riunisce in sé diverse anime, è oggetto di una rivisitazione critica perchè, a distanza di quarant’anni dall’apice della sua esperienza, culturale e umana, appare come una miniera di sorprese per chi ne avvicina l’ispirazione pedagogica e la pratica educativa sul campo. . L’opera pedagogica di Manzi custodisce un afflato educativo carico di desiderio che risulta di difficile penetrabilità. Educatore, maestro, pedagogista, formatore di adulti, uomo di televisione, scienziato, sceneggiatore, regista, autore e divulgatore, nella sua opera confluiscono diversi stimoli del suo presente, distillati dalla sagacia intellettuale e dal coraggio intellettuale di un uomo che ha amato, una scuola intelligente e disobbediente, ponendo la sua opera di maestro a servizio dell’istituzione scuola, non tanto e non solo, come sembrerebbe ad una visione più superficiale, per liberare i ragazzi dal peso di un’istruzione satolla e costruita su principi astratti (l’intellettualismo, la valutazione, il grigiore della lezione tradizionale), quanto piuttosto per un più ambizioso progetto di riforma della scuola stessa.Il contributo si concentra sugli inizi della carriera di insegnante di Manzi e sul suo lavoro in carcere per cogliere nelle scelte pedagogiche che orientano la sua progettazione di un setting orientato a dare corpo alla presenza incarnata dei suoi allievi "devianti" un lavoro profondo di rivisitazione degli assunti culturali e valoriali dell'istituzione carceraria. le intuizioni che muovono la progettazione diattica di manzi si riverbereranno nei suoi passi successivi di maestro nella scuola primaria dove privilegerà forme di apprendimento cooperativo in cui è centrale la disposizione del luogo, l'apertura al contagio della vitalità del mondo esterno, e l'utilizzo dell'immaginazione e del pensiero divergente come strategie per produrre un apprendimento integrato e rispettoso della singolarita dei suoi piccoli allievi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.