Istituita per volontà di Pio XII nel 1944, la Pontificia Commissione di Assistenza (PCA) – alla quale nel 1953 succederà la Pontificia Opera di Assistenza (POA) – avvia una vasta e articolata azione in soccorso della popolazione italiana negli ultimi tragici mesi della seconda guerra mondiale [Verrastro, 2022]; se in una prima fase si dedica essenzialmente alla distribuzione degli aiuti di prima necessità provenienti dall’estero in sinergia con altre importanti organizzazioni nazionali e internazionali [Ciampani, 2002], nell’immediato dopoguerra la PCA amplia progressivamente la propria attività, divenendo uno dei più autorevoli attori nella lotta contro le molteplici povertà che affliggono l’Italia di quei travagliati anni. Tra i principali destinatari della missione di questa istituzione pontificia vi è l’infanzia, “fulcro dell’avvenire” del quale l’accorata enciclica Quemadmodum (1946) esorta a prendersi cura per costruire il futuro benessere dell’intero “civile consorzio”; la PCA elegge quale prioritario terreno d’azione l’ambito extrascolastico e in particolare il settore delle colonie estive, che durante il periodo fascista avevano conosciuto un enorme sviluppo fino a costituire, con il loro rilevante potere evocativo e il notevole impatto sociale, uno dei punti di forza della propaganda di regime [Mira e Salustri, 2019]. La PCA, che nel 1952 ottiene la gestione delle strutture della disciolta Gioventù italiana del littorio, dal rilevante valore simbolico, patrimoniale e di immagine, rafforza sempre più il suo ruolo di protagonista nella gestione delle colonie dei primi decenni del dopoguerra; dagli atti dei vari congressi medici e pedagogici emerge un’approfondita discussione sulle nuove finalità da attribuire a queste iniziative, in un confronto con le altre agenzie educative [Comerio, 2023]. Il presente contributo si propone dunque di illustrare le principali caratteristiche delle colonie estive della PCA e in seguito della POA, attingendo ai primi risultati di una ricerca attualmente in corso presso l’Archivio Apostolico Vaticano: attraverso l’esame dei numerosi programmi, sussidi per corsi di formazione del personale educativo, relazioni di visite ispettive, corrispondenza, si cercherà di tratteggiare il significativo intreccio tra dimensione assistenziale ed educativa tipico di queste proposte, che in quegli anni accolgono una considerevole porzione delle giovani generazioni italiane; un cenno sarà altresì dedicato all’importanza “strategica” attribuita dalla Chiesa alle colonie quale strumento utile nel confronto politico, assai acceso all’epoca, con altre visioni del mondo.
Comerio, L. (2024). Le colonie estive delle istituzioni pontificie (1945-1960) tra dimensione assistenziale e pedagogica: una ricerca in corso presso l’Archivio Apostolico Vaticano. Intervento presentato a: Convegno Nazionale SIPED (Società Italiana di Pedagogia) “Ricerca e progettazione pedagogica per contrastare povertà educative e dispersione scolastica. A 100 anni dalla nascita di Alberto Manzi”. Junior Conference., Napoli, Italia.
Le colonie estive delle istituzioni pontificie (1945-1960) tra dimensione assistenziale e pedagogica: una ricerca in corso presso l’Archivio Apostolico Vaticano
Comerio, Luca
Primo
2024
Abstract
Istituita per volontà di Pio XII nel 1944, la Pontificia Commissione di Assistenza (PCA) – alla quale nel 1953 succederà la Pontificia Opera di Assistenza (POA) – avvia una vasta e articolata azione in soccorso della popolazione italiana negli ultimi tragici mesi della seconda guerra mondiale [Verrastro, 2022]; se in una prima fase si dedica essenzialmente alla distribuzione degli aiuti di prima necessità provenienti dall’estero in sinergia con altre importanti organizzazioni nazionali e internazionali [Ciampani, 2002], nell’immediato dopoguerra la PCA amplia progressivamente la propria attività, divenendo uno dei più autorevoli attori nella lotta contro le molteplici povertà che affliggono l’Italia di quei travagliati anni. Tra i principali destinatari della missione di questa istituzione pontificia vi è l’infanzia, “fulcro dell’avvenire” del quale l’accorata enciclica Quemadmodum (1946) esorta a prendersi cura per costruire il futuro benessere dell’intero “civile consorzio”; la PCA elegge quale prioritario terreno d’azione l’ambito extrascolastico e in particolare il settore delle colonie estive, che durante il periodo fascista avevano conosciuto un enorme sviluppo fino a costituire, con il loro rilevante potere evocativo e il notevole impatto sociale, uno dei punti di forza della propaganda di regime [Mira e Salustri, 2019]. La PCA, che nel 1952 ottiene la gestione delle strutture della disciolta Gioventù italiana del littorio, dal rilevante valore simbolico, patrimoniale e di immagine, rafforza sempre più il suo ruolo di protagonista nella gestione delle colonie dei primi decenni del dopoguerra; dagli atti dei vari congressi medici e pedagogici emerge un’approfondita discussione sulle nuove finalità da attribuire a queste iniziative, in un confronto con le altre agenzie educative [Comerio, 2023]. Il presente contributo si propone dunque di illustrare le principali caratteristiche delle colonie estive della PCA e in seguito della POA, attingendo ai primi risultati di una ricerca attualmente in corso presso l’Archivio Apostolico Vaticano: attraverso l’esame dei numerosi programmi, sussidi per corsi di formazione del personale educativo, relazioni di visite ispettive, corrispondenza, si cercherà di tratteggiare il significativo intreccio tra dimensione assistenziale ed educativa tipico di queste proposte, che in quegli anni accolgono una considerevole porzione delle giovani generazioni italiane; un cenno sarà altresì dedicato all’importanza “strategica” attribuita dalla Chiesa alle colonie quale strumento utile nel confronto politico, assai acceso all’epoca, con altre visioni del mondo.File | Dimensione | Formato | |
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