L’ultimo rapporto Caritas sulla povertà mostra come questa condizione rappresenti un fenomeno strutturale nel nostro Paese (Caritas, 2023). Essa è andata aggravandosi negli ultimi anni in conseguenza di alcuni eventi, quali la crisi economica del 2008; la pandemia da Covid del 2020; i conflitti diffusi. Nello stesso documento, si evidenzia come il clima di incertezza economica e politica globale determini un rallentamento della crescita e un impoverimento che riguarda in particolare le fasce già povere di popolazione. Si rileva, inoltre, come sia diversa la condizione di chi affronta una povertà prevalentemente materiale da quella di chi è gravato da bisogni multipli, in cui a mancare è soprattutto una rete di tipo famigliare e comunitario. Queste tematiche si collegano ad una visione plurale delle povertà educative (Sottocorno, 2022; Mannese, 2023), intese come un insieme molteplice di occasioni, esperienze e possibilità di cui gli individui sarebbero privati, vedendo limitato il proprio orizzonte esistenziale in termini generativi. In un panorama economico e sociale in continuo mutamento, in cui le condizioni di marginalità spesso sfuggono e il confine tra chi è incluso e chi è escluso è dinamico e in trasformazione (Ferrante, Gambacorti-Passerini, Palmieri, 2020), è utile ricomprendere il tema della povertà e delle povertà educative all’interno di un paradigma dell’emergenza (Isidori e Vaccarelli, 2013), che consente di ridefinire la prassi pedagogica pensando ad azioni programmatiche, ma anche a modi sensati di reagire all’imprevisto. Per dare ragione di questi presupposti, il contributo intende restituire alcuni passaggi di ricerca che hanno riguardato l’analisi del progetto Sulla Buona Strada, volto a contrastare la povertà educativa nella città di Genova, attivo dal 2018 al 2021. I componenti dello stesso (professionisti del terzo settore, insegnanti, attori istituzionali), infatti, hanno dovuto affrontare due grandi imprevisti: la caduta del Ponte Morandi e la pandemia da Covid-19. Questi eventi hanno determinato la necessità di ridefinire le azioni della comunità educante coinvolta, in termini di responsabilità non solo verso i minori e le famiglie, ma anche verso gli stessi professionisti. Sono state messe in atto delle strategie peculiari per fronteggiare questi eventi in maniera sensata rispetto al territorio in cui sono avvenuti e relativamente alle condizioni di partenza di coloro che li hanno attraversati. Il panorama descritto e i contenuti emersi dall’analisi del progetto faranno da riferimento per comprendere come realizzare dei percorsi formativi per i professionisti di ambito educativo, che consentano loro di attivare delle esperienze educative di qualità, strategicamente orientate nei loro fini, ma anche aperte all’imprevisto. Si ritiene infatti che questa postura possa essere significativa nel contrastare le povertà educative e le molteplici dimensioni di privazione che caratterizzano il presente.

Sottocorno, M. (2024). Rileggere le povertà educative nella cornice della pedagogia delle emergenze. Per una prassi pedagogica programmatica e flessibile.. Intervento presentato a: Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative. Seminario/Pratiche educative trasformative e processi emancipativi - 22‐23 febbraio 2024, Siena, Italia.

Rileggere le povertà educative nella cornice della pedagogia delle emergenze. Per una prassi pedagogica programmatica e flessibile.

Sottocorno, M
2024

Abstract

L’ultimo rapporto Caritas sulla povertà mostra come questa condizione rappresenti un fenomeno strutturale nel nostro Paese (Caritas, 2023). Essa è andata aggravandosi negli ultimi anni in conseguenza di alcuni eventi, quali la crisi economica del 2008; la pandemia da Covid del 2020; i conflitti diffusi. Nello stesso documento, si evidenzia come il clima di incertezza economica e politica globale determini un rallentamento della crescita e un impoverimento che riguarda in particolare le fasce già povere di popolazione. Si rileva, inoltre, come sia diversa la condizione di chi affronta una povertà prevalentemente materiale da quella di chi è gravato da bisogni multipli, in cui a mancare è soprattutto una rete di tipo famigliare e comunitario. Queste tematiche si collegano ad una visione plurale delle povertà educative (Sottocorno, 2022; Mannese, 2023), intese come un insieme molteplice di occasioni, esperienze e possibilità di cui gli individui sarebbero privati, vedendo limitato il proprio orizzonte esistenziale in termini generativi. In un panorama economico e sociale in continuo mutamento, in cui le condizioni di marginalità spesso sfuggono e il confine tra chi è incluso e chi è escluso è dinamico e in trasformazione (Ferrante, Gambacorti-Passerini, Palmieri, 2020), è utile ricomprendere il tema della povertà e delle povertà educative all’interno di un paradigma dell’emergenza (Isidori e Vaccarelli, 2013), che consente di ridefinire la prassi pedagogica pensando ad azioni programmatiche, ma anche a modi sensati di reagire all’imprevisto. Per dare ragione di questi presupposti, il contributo intende restituire alcuni passaggi di ricerca che hanno riguardato l’analisi del progetto Sulla Buona Strada, volto a contrastare la povertà educativa nella città di Genova, attivo dal 2018 al 2021. I componenti dello stesso (professionisti del terzo settore, insegnanti, attori istituzionali), infatti, hanno dovuto affrontare due grandi imprevisti: la caduta del Ponte Morandi e la pandemia da Covid-19. Questi eventi hanno determinato la necessità di ridefinire le azioni della comunità educante coinvolta, in termini di responsabilità non solo verso i minori e le famiglie, ma anche verso gli stessi professionisti. Sono state messe in atto delle strategie peculiari per fronteggiare questi eventi in maniera sensata rispetto al territorio in cui sono avvenuti e relativamente alle condizioni di partenza di coloro che li hanno attraversati. Il panorama descritto e i contenuti emersi dall’analisi del progetto faranno da riferimento per comprendere come realizzare dei percorsi formativi per i professionisti di ambito educativo, che consentano loro di attivare delle esperienze educative di qualità, strategicamente orientate nei loro fini, ma anche aperte all’imprevisto. Si ritiene infatti che questa postura possa essere significativa nel contrastare le povertà educative e le molteplici dimensioni di privazione che caratterizzano il presente.
relazione (orale)
Povertà; Povertà educativa; Pedagogia dell’emergenza; Esperienza educativa; Professioni educative
Italian
Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative. Seminario/Pratiche educative trasformative e processi emancipativi - 22‐23 febbraio 2024
2024
2024
https://www.siped.it/wp-content/uploads/2021/10/2024-02-19-Siped-Convegno-Nazionale-Siena-Programma-V8.pdf
none
Sottocorno, M. (2024). Rileggere le povertà educative nella cornice della pedagogia delle emergenze. Per una prassi pedagogica programmatica e flessibile.. Intervento presentato a: Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative. Seminario/Pratiche educative trasformative e processi emancipativi - 22‐23 febbraio 2024, Siena, Italia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/474049
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