Sfondo teorico. I risultati di diversi studi convergono nel mostrare che l’attitudine materna a dialogare con i propri figli, facendo riferimento a desideri, pensieri, emozioni accelera il processo di socializzazione emotiva (Lewis, Saarni, 1985). Le maggiori evidenze derivano da studi sulla comprensione della falsa credenza (Harris, 2005; De Rosnay, Pons, Harris, Morrell, 2004; Jenkins, et al., 2003; Meins, Fernyhough, 1999) e sul riconoscimento delle emozioni (Dunn, Bretherton, Munn, 1987). Alcuni dati sottolineano in particolare il ruolo del linguaggio, evidenziando come l’esposizione precoce al lessico emotivo nelle conversazioni quotidiane favorisca nei bambini lo sviluppo della capacità di riconoscere e denominare stati emotivi propri e altrui (Dunn, Brown, Beardsall, 1991; Dunn, Brophy, 2005; Denham, 2001; Grazzani, Ornaghi, 2011). Altri dati mostrano inoltre come, non solo il linguaggio degli stati interni, ma anche i contenuti, la struttura e le strategie conversazionali usate dalla madre giochino un ruolo centrale nel promuovere la trasmissione di sapere sulle emozioni nei bambini (Taumoepeau, Ruffman, 2008). Questi dati risultano particolarmente interessanti poiché inducono a soffermarsi sul livello di consapevolezza e intenzionalità educativa con cui l’adulto promuove e sostiene la conversazione emotiva con i bambini. In modo particolare, la questione diventa cruciale per la professione educativa nei Nidi d’infanzia: le educatrici sono persone di riferimento nel sistema di relazioni che concorre all’educazione dei piccoli e alla promozione del loro sviluppo. Eppure, i segnali di diffusione delle conoscenze psicologiche sullo sviluppo delle emozioni nella prima infanzia e l’attitudine a lavorare nei nidi su tali temi con strumenti adeguati sembrano ancora deboli. Il presente contributo si inserisce in questo quadro e riporta parte dei dati di una ricerca-intervento; tale ricerca ha coinvolto educatrici di nidi nella sperimentazione di una procedura di conversazione con i bambini, avendo l’obiettivo di verificarne l’impatto sulla competenza emotiva, la teoria della mente e i comportamenti d’aiuto. In questa sede si intende focalizzarsi sui processi di cambiamento nel comportamento e nel linguaggio psicologico delle educatrici e dei bambini nel periodo della sperimentazione. Metodo. Partecipanti. La ricerca ha coinvolto 58 bambini dell’hinterland milanese (range: 20-36 mesi; M = 29 mesi; DS = 4.1), distribuiti in due gruppi (sperimentale e di controllo). Al gruppo sperimentale è stato proposto un percorso, condotto dalle educatrici con piccoli gruppi di bambini e supervisionato dalle ricercatrici, che consisteva nella lettura quotidiana di brevi storie a contenuto emotivo costruite allo scopo e raccolte nel libro ‘L’emozionante mondo di Ciro e Beba’. La conversazione, a partire dalla lettura delle storie, seguiva un protocollo (che verrà approfondito nella presentazione) indicante uno specifico flusso di domande stimolo. I bambini erano portati a conversare usando il lessico emotivo e riflettendo sull’espressione e le cause delle emozioni, e sui comportamenti d’aiuto. Al gruppo di controllo, è stata proposta la lettura delle stesse storie, a cui seguiva il gioco libero. Strumenti e procedura. Nella ricerca sono state misurate, attraverso test standardizzati, le competenze linguistiche, emotive e di teoria della mente dei bambini e sono stati rilevati comportamenti pro-sociali in situazioni spontanee (Denham, 1996), sia prima che dopo l’intervento. Parallelamente, durante la sperimentazione della procedura, sono state predisposte forme di documentazione come videoregistrazioni, audio-registrazioni, trascrizioni delle conversazioni, protocolli osservativi compilati dalle educatrici, sulle quali sono state applicate modalità di codifica in linea con quelle proposte in letteratura. Risultati e discussione. L’analisi quantitativa dei dati ottenuti dai test ha mostrato differenze significative in funzione dei gruppi. Oggetto della presentazione è, più specificamente, l’analisi degli scambi conversazionali tra bambini e tra educatrici e bambini, rilevati sia durante la conduzione della conversazione sia in situazioni spontanee nei diversi momenti della giornata al nido. Il confronto tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo ha evidenziato il ruolo significativo del training, mettendo in luce: un cambiamento nel dialogo dei bambini sulle emozioni (F= 8.3; p<.01), nell’uso del lessico psicologico e nel riferimento a script espressivi e comportamentali (F= 7.9; p<.01). Inoltre, nella prospettiva della socializzazione emotiva al nido, i risultati confermano una crescente padronanza della procedura da parte delle educatrici, più competenti nel promuovere, con i bambini, conversazioni sulle emozioni e sugli stati interni sempre più articolate e profonde.
Agliati, A., Grazzani, I., Chinnici, S. (2013). L'emozionante mondo di Ciro e Beba: Una procedura per conversare sulle emozioni con i bambini al nido. In XXVI Congresso AIP. Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione (pp.222-223). Milano : Vita e Pensiero.
L'emozionante mondo di Ciro e Beba: Una procedura per conversare sulle emozioni con i bambini al nido
AGLIATI, ALESSIA;GRAZZANI, ILARIA;
2013
Abstract
Sfondo teorico. I risultati di diversi studi convergono nel mostrare che l’attitudine materna a dialogare con i propri figli, facendo riferimento a desideri, pensieri, emozioni accelera il processo di socializzazione emotiva (Lewis, Saarni, 1985). Le maggiori evidenze derivano da studi sulla comprensione della falsa credenza (Harris, 2005; De Rosnay, Pons, Harris, Morrell, 2004; Jenkins, et al., 2003; Meins, Fernyhough, 1999) e sul riconoscimento delle emozioni (Dunn, Bretherton, Munn, 1987). Alcuni dati sottolineano in particolare il ruolo del linguaggio, evidenziando come l’esposizione precoce al lessico emotivo nelle conversazioni quotidiane favorisca nei bambini lo sviluppo della capacità di riconoscere e denominare stati emotivi propri e altrui (Dunn, Brown, Beardsall, 1991; Dunn, Brophy, 2005; Denham, 2001; Grazzani, Ornaghi, 2011). Altri dati mostrano inoltre come, non solo il linguaggio degli stati interni, ma anche i contenuti, la struttura e le strategie conversazionali usate dalla madre giochino un ruolo centrale nel promuovere la trasmissione di sapere sulle emozioni nei bambini (Taumoepeau, Ruffman, 2008). Questi dati risultano particolarmente interessanti poiché inducono a soffermarsi sul livello di consapevolezza e intenzionalità educativa con cui l’adulto promuove e sostiene la conversazione emotiva con i bambini. In modo particolare, la questione diventa cruciale per la professione educativa nei Nidi d’infanzia: le educatrici sono persone di riferimento nel sistema di relazioni che concorre all’educazione dei piccoli e alla promozione del loro sviluppo. Eppure, i segnali di diffusione delle conoscenze psicologiche sullo sviluppo delle emozioni nella prima infanzia e l’attitudine a lavorare nei nidi su tali temi con strumenti adeguati sembrano ancora deboli. Il presente contributo si inserisce in questo quadro e riporta parte dei dati di una ricerca-intervento; tale ricerca ha coinvolto educatrici di nidi nella sperimentazione di una procedura di conversazione con i bambini, avendo l’obiettivo di verificarne l’impatto sulla competenza emotiva, la teoria della mente e i comportamenti d’aiuto. In questa sede si intende focalizzarsi sui processi di cambiamento nel comportamento e nel linguaggio psicologico delle educatrici e dei bambini nel periodo della sperimentazione. Metodo. Partecipanti. La ricerca ha coinvolto 58 bambini dell’hinterland milanese (range: 20-36 mesi; M = 29 mesi; DS = 4.1), distribuiti in due gruppi (sperimentale e di controllo). Al gruppo sperimentale è stato proposto un percorso, condotto dalle educatrici con piccoli gruppi di bambini e supervisionato dalle ricercatrici, che consisteva nella lettura quotidiana di brevi storie a contenuto emotivo costruite allo scopo e raccolte nel libro ‘L’emozionante mondo di Ciro e Beba’. La conversazione, a partire dalla lettura delle storie, seguiva un protocollo (che verrà approfondito nella presentazione) indicante uno specifico flusso di domande stimolo. I bambini erano portati a conversare usando il lessico emotivo e riflettendo sull’espressione e le cause delle emozioni, e sui comportamenti d’aiuto. Al gruppo di controllo, è stata proposta la lettura delle stesse storie, a cui seguiva il gioco libero. Strumenti e procedura. Nella ricerca sono state misurate, attraverso test standardizzati, le competenze linguistiche, emotive e di teoria della mente dei bambini e sono stati rilevati comportamenti pro-sociali in situazioni spontanee (Denham, 1996), sia prima che dopo l’intervento. Parallelamente, durante la sperimentazione della procedura, sono state predisposte forme di documentazione come videoregistrazioni, audio-registrazioni, trascrizioni delle conversazioni, protocolli osservativi compilati dalle educatrici, sulle quali sono state applicate modalità di codifica in linea con quelle proposte in letteratura. Risultati e discussione. L’analisi quantitativa dei dati ottenuti dai test ha mostrato differenze significative in funzione dei gruppi. Oggetto della presentazione è, più specificamente, l’analisi degli scambi conversazionali tra bambini e tra educatrici e bambini, rilevati sia durante la conduzione della conversazione sia in situazioni spontanee nei diversi momenti della giornata al nido. Il confronto tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo ha evidenziato il ruolo significativo del training, mettendo in luce: un cambiamento nel dialogo dei bambini sulle emozioni (F= 8.3; p<.01), nell’uso del lessico psicologico e nel riferimento a script espressivi e comportamentali (F= 7.9; p<.01). Inoltre, nella prospettiva della socializzazione emotiva al nido, i risultati confermano una crescente padronanza della procedura da parte delle educatrici, più competenti nel promuovere, con i bambini, conversazioni sulle emozioni e sugli stati interni sempre più articolate e profonde.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.