"Arrivati alla piena misura". Rappresentazioni dei vecchi e della vecchiaia nella Grecia antica

REPRESENTATIONS OF THE ELDERLY AND OF OLD AGE IN ANCIENT GREECE. This volume opens with a critical review of the international academic literature on representations of the elderly and of old age in ancient Greece. Some scholars claim that the Greek civilization developed a negative conception of this life stage: in a society that had adopted kalokagathia as a core value, old age was simply viewed as a period of decline, suffering and uselessness. However, this interpretation has been challenged by other authors, who argue that the ancient Greek representation of old age was actually highly complex and ambiguous. The author of this book presents an in-depth analysis of artistic (tombstones, ceramography, portraits) and literary (epic and lyric poetry, historiography, tragedies, commedies, works of philosophy, novels) documents, showing that the image of the elderly and of old age held by the ancient Greeks was multiform, complex and, at times, ambiguous. Elderly people were represented as sad, resigned, melancholic or unfriendly, but also as wise, pleasure-seeking, irate or affectionate. As reconstructed here, the ancients displayed a developed awareness of the multifacted nature of old age, engaging with major pedagogical questions such as the nature of the relationship between older and younger generations, whether the elderly may be viewed as teachers, the role of older people in society, different ways of living out one’s old age and the opportunities associated with being older

Il testo parte da un’analisi della letteratura internazionale relativa alle rappresentazioni dei vecchi e della vecchiaia nella Grecia antica. Alcuni autori, infatti, affermano che la civiltà greca ha elaborato una concezione negativa di questa età della vita: in una società in cui la kalokagathia era uno dei massimi valori, la vecchiaia era semplicemente percepita come periodo di declino, dolore, inutilità. A questa interpretazione, si sono però contrapposti altri autori, che hanno invece rilevato come la rappresentazione dell’anzianità fosse molto complessa e ambigua. L’autrice propone allora un’accurata analisi di documenti artistici (stele funerarie, ceramografia, ritrattistica) e di documenti letterari (epica, lirica, storiografia, tragedie, commedie, testi filosofici, romanzi) dimostrando come l’immagine dei vecchi e della vecchiaia nella Grecia antica fosse multiforme, complessa e a volte perfino ambigua: la cultura antica ci ha lasciato, infatti, rappresentazioni di anziani tristi, rassegnati, malinconici, burberi, ma anche saggi, gaudenti, irati, affettuosi. Gli antichi si dimostrano, in questa ricostruzione, molto consapevoli dei molteplici aspetti dell’età anziana e soprattutto mostrano molta attenzione ad alcuni interrogativi pedagogici significativi, quali la natura del legame fra vecchie e nuove generazioni, la magistralità o meno degli anziani, il loro ruolo della società, le diverse modalità e possibilità di vivere l’età anziana