La tesi si propone di analizzare le dinamiche inter-istituzionali dei rapporti che ordinariamente si sviluppano tra Corte costituzionale e Parlamento, con particolare attenzione ai casi di conflitto tra i due organi e ai possibili meccanismi di soluzione elaborati dalla dottrina e dalla giurisprudenza. A tal fine, come sfondo dell’indagine, la tesi si concentra in particolare sul delicato ambito della discrezionalità legislativa. La suddetta problematica viene esaminata da una particolare angolazione, analizzando, in primis, le differenti tecniche decisorie a disposizione del giudice delle leggi, intese come strumenti in grado, di per se stessi, di incidere sulle opzioni politiche adottate dal Parlamento. Come contraltare a questa prima disamina la tesi approfondisce altresì gli strumenti a disposizione del legislatore per riaffermare eventualmente le proprie opzioni politiche, nell’ipotesi in cui le pronunce del giudice costituzionale si siano indebitamente ingerite nel merito delle determinazioni parlamentari. A corollario di quest’impianto teorico l’elaborato mette infine alla prova l’operatività concreta del sistema così delineato, soffermandosi sulla problematica relativa all’impostazione accusatoria o inquisitoria del nostro processo penale e alla connessa riforma dell’art. 111. Cost., sviscerando in questo modo le declinazioni pratiche dei comportamenti assunti dalla Corte e dal Parlamento di fronte a un’opzione politica giudicata costituzionalmente illegittima, ma ritenuta invece decisiva da parte degli organi rappresentativi per l’attuazione del proprio programma.
(2012). A chi spetta l’ultima parola? La discrezionalità legislativa tra corte costituzionale e parlamento. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012).
A chi spetta l’ultima parola? La discrezionalità legislativa tra corte costituzionale e parlamento
ZICCHITTU, PAOLO
2012
Abstract
La tesi si propone di analizzare le dinamiche inter-istituzionali dei rapporti che ordinariamente si sviluppano tra Corte costituzionale e Parlamento, con particolare attenzione ai casi di conflitto tra i due organi e ai possibili meccanismi di soluzione elaborati dalla dottrina e dalla giurisprudenza. A tal fine, come sfondo dell’indagine, la tesi si concentra in particolare sul delicato ambito della discrezionalità legislativa. La suddetta problematica viene esaminata da una particolare angolazione, analizzando, in primis, le differenti tecniche decisorie a disposizione del giudice delle leggi, intese come strumenti in grado, di per se stessi, di incidere sulle opzioni politiche adottate dal Parlamento. Come contraltare a questa prima disamina la tesi approfondisce altresì gli strumenti a disposizione del legislatore per riaffermare eventualmente le proprie opzioni politiche, nell’ipotesi in cui le pronunce del giudice costituzionale si siano indebitamente ingerite nel merito delle determinazioni parlamentari. A corollario di quest’impianto teorico l’elaborato mette infine alla prova l’operatività concreta del sistema così delineato, soffermandosi sulla problematica relativa all’impostazione accusatoria o inquisitoria del nostro processo penale e alla connessa riforma dell’art. 111. Cost., sviscerando in questo modo le declinazioni pratiche dei comportamenti assunti dalla Corte e dal Parlamento di fronte a un’opzione politica giudicata costituzionalmente illegittima, ma ritenuta invece decisiva da parte degli organi rappresentativi per l’attuazione del proprio programma.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
A chi spetta l'ultima parola. La discrezionalità legislativa tra Corte costituzionale e Parlamento.pdf
accesso aperto
Dimensione
2.27 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.27 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.