L’esperienza di disagio durante l’adolescenza è molto comune (WHO, 2014). Esso è dovuto sia a esperienze individuali sia a circostanze ambientali. Come condizione “appresa” nella vita quotidiana, il disagio è “oggetto” di attenzione pedagogica (Palmieri, 2012). Gli insegnanti rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione del disagio. Tuttavia, non sempre riconoscono questa loro funzione (delegandola agli operatori sanitari) (Gambacorti Passerini, 2021) e spesso non sono coinvolti negli interventi di promozione della salute mentale nei giovani. Mediante uno studio qualitativo esplorativo (ancora in corso) ci si è proposti di indagare due quesiti: Esistono delle peculiarità degli interventi educativi per la promozione del benessere mentale svolti in alcuni contesti scolastici italiani, rispetto alla letteratura? Che cos’è percepito come facilitante o ostacolante l’attuazione di tali interventi? Lo studio, basato sul metodo IPA (Interpretative Phenomenological Analysis), ha coinvolto professionisti dell’educazione delle scuole secondarie (I, II grado), selezionati con campionamento propositivo e a snowballing. Attualmente, sono stati intervistati 7 professionisti (5F; 2M) (età media 52a): 4 docenti e 3 dirigenti e con un’esperienza media di 28a. Dalle interviste è emerso che molti interventi si basano sull’implementazione delle relazioni interpersonali e della consapevolezza di sé, in accordo con la letteratura. Anche le attività svolte sembrano in linea con l’esperienza internazionale, come i gruppi di discussione e le attività art-based. Alcuni interventi vengono svolti durante le normali lezioni, soprattutto nelle scuole a indirizzo artistico/musicale; altri si aprono al territorio. Gli insegnanti sono le figure maggiormente coinvolte in queste attività. I fattori che favoriscono la riuscita dei suddetti interventi sembrano: contesto scuola (es. dirigente scolastico capace e motivato), tipo di progetto (es. interventi parte integrante della quotidianità), conoscenze/competenze/consapevolezza (es. formazione su competenze educative e sugli interventi dei docenti), apertura al confronto/all’esterno (es. coinvolgimento territorio/istituzioni/servizi), investire/sperimentare/valutare. Al contrario, i fattori ostacolanti, oltre alla carenza di risorse, sono: mancanza di conoscenze/competenze/consapevolezza (es. docenti che non riconoscono il loro ruolo di “educatore”), mancanza di apertura al confronto (es. non coinvolgimento degli studenti), tipo di progetto (es. interventi “spot”). Emerge la necessità di intervenire sulla formazione degli insegnanti alla promozione della salute mentale, ma anche sulla consapevolezza/sviluppo delle loro “competenze educative”, per promuovere benessere nella pratica quotidiana, a scuola e nel territorio (Massa, 2000; Palmieri, 2012). Per rendere tale formazione “impattante”, sembra fondamentale investire anche sull’implementazione nel contesto scolastico di una “prospettiva pedagogica” sull'esperienza del disagio.
Daniele, K. (2022). La promozione della salute mentale e la prevenzione del disagio negli adolescenti: il ruolo degli insegnanti e prospettive per la loro formazione. Intervento presentato a: La formazione degli insegnanti. Problemi, prospettive e proposte per una scuola di qualità aperta a tutti e tutte, Roma - Università degli Studi Roma Tre.
La promozione della salute mentale e la prevenzione del disagio negli adolescenti: il ruolo degli insegnanti e prospettive per la loro formazione
Daniele, K
2022
Abstract
L’esperienza di disagio durante l’adolescenza è molto comune (WHO, 2014). Esso è dovuto sia a esperienze individuali sia a circostanze ambientali. Come condizione “appresa” nella vita quotidiana, il disagio è “oggetto” di attenzione pedagogica (Palmieri, 2012). Gli insegnanti rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione del disagio. Tuttavia, non sempre riconoscono questa loro funzione (delegandola agli operatori sanitari) (Gambacorti Passerini, 2021) e spesso non sono coinvolti negli interventi di promozione della salute mentale nei giovani. Mediante uno studio qualitativo esplorativo (ancora in corso) ci si è proposti di indagare due quesiti: Esistono delle peculiarità degli interventi educativi per la promozione del benessere mentale svolti in alcuni contesti scolastici italiani, rispetto alla letteratura? Che cos’è percepito come facilitante o ostacolante l’attuazione di tali interventi? Lo studio, basato sul metodo IPA (Interpretative Phenomenological Analysis), ha coinvolto professionisti dell’educazione delle scuole secondarie (I, II grado), selezionati con campionamento propositivo e a snowballing. Attualmente, sono stati intervistati 7 professionisti (5F; 2M) (età media 52a): 4 docenti e 3 dirigenti e con un’esperienza media di 28a. Dalle interviste è emerso che molti interventi si basano sull’implementazione delle relazioni interpersonali e della consapevolezza di sé, in accordo con la letteratura. Anche le attività svolte sembrano in linea con l’esperienza internazionale, come i gruppi di discussione e le attività art-based. Alcuni interventi vengono svolti durante le normali lezioni, soprattutto nelle scuole a indirizzo artistico/musicale; altri si aprono al territorio. Gli insegnanti sono le figure maggiormente coinvolte in queste attività. I fattori che favoriscono la riuscita dei suddetti interventi sembrano: contesto scuola (es. dirigente scolastico capace e motivato), tipo di progetto (es. interventi parte integrante della quotidianità), conoscenze/competenze/consapevolezza (es. formazione su competenze educative e sugli interventi dei docenti), apertura al confronto/all’esterno (es. coinvolgimento territorio/istituzioni/servizi), investire/sperimentare/valutare. Al contrario, i fattori ostacolanti, oltre alla carenza di risorse, sono: mancanza di conoscenze/competenze/consapevolezza (es. docenti che non riconoscono il loro ruolo di “educatore”), mancanza di apertura al confronto (es. non coinvolgimento degli studenti), tipo di progetto (es. interventi “spot”). Emerge la necessità di intervenire sulla formazione degli insegnanti alla promozione della salute mentale, ma anche sulla consapevolezza/sviluppo delle loro “competenze educative”, per promuovere benessere nella pratica quotidiana, a scuola e nel territorio (Massa, 2000; Palmieri, 2012). Per rendere tale formazione “impattante”, sembra fondamentale investire anche sull’implementazione nel contesto scolastico di una “prospettiva pedagogica” sull'esperienza del disagio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.