The emergence of more-than-human commons in contested urban green spaces - an inquiry into the politcs of two rewilded spaces in Milan

In recent years, increasing attention has been given to nonhuman presence in cities. This trend can be read as part of the increasing understanding of cities as spaces of inhabitation for humans and nonhumans as opposed to the former human-centric conception. Namely, the idea of cities as natureless spaces is being increasingly overcome and replaced by an ontology that accounts for their multispecies complexity. Within this perspective, this thesis aims to investigate the political implications of this understanding, as well as how it relates to the theme of the Anthropocene and the development of a different approach to facing the environmental question that cities raise in their past and face in the present and future. More specifically, it explores how the human and the nonhuman are co-constitutive in actions and mobilisations traditionally confined under the realm of the social and that takes place in the context of the city. Therefore, the main interrogatives that it aims to answer concern the way that the idea of urban nature is being constructed and its political implications. To answer these interrogatives, it focuses on two urban green areas in Milan that underwent a process of spontaneous rewilding. The first one, Piazza d'Armi, is a former military exercise area that has almost remained untouched by urban development since the 15th century. In contrast, the second one – la Goccia – is a former industrial area where an urban forest spontaneously developed after the abandonment due to the ceasing of industrial activity. During the last decade, these spaces have become contested terrains between groups of citizens, botanical experts and associations that recognise the spontaneous nature that has emerged and developers who regard them as "empty spaces" awaiting development. These contestations and debates, therefore, also make these spaces emerge as spaces of 'more-than-human politics' and innovative 'more-than-human commons'. By adopting a theoretical framework inspired by Actor-Network theory and adopting qualitative research methods (ethnography, interviews and content analysis), this work aims to illustrate how these politics unravel among the actors involved and how they represent an instance of more-than-human commoning. After the analysis of green spaces in the Milanese context, concerning the history and the struggles associated with them, this work aims at illustrating the contested character that these struggles assume and how these can be informative of a different idea of what constitutes urban nature, in light of the development of a different relationality between human and nonhuman.

Negli ultimi anni si è prestata sempre più attenzione alla presenza non umana nelle città. Questa tendenza può essere letta come parte della crescente teorizzazione delle città come spazio abitati da esseri umani e non umani, in contrasto con la precedente concezione umano-centrica. In altre parole, l'idea delle città come spazi privi di natura viene sempre più superata e sostituita da un'ontologia che rende conto della loro complessità multispecie. In questa prospettiva, questo lavoro si propone di indagare le implicazioni politiche di questa teorizzazione, così come il suo rapporto con il tema dell'Antropocene e lo sviluppo di un approccio diverso per affrontare la questione ambientale che le città hanno sollevato nel loro passato e affrontano nel presente e nel futuro. Più specificamente, mira ad indagare come l'umano e il non umano siano co-costitutivi in azioni e mobilitazioni tradizionalmente confinate nell'ambito del sociale e che hanno luogo nel contesto della città. Per questo motivo, le principali domande a cui intende rispondere riguardano il modo in cui viene costruita l'idea di natura urbana e le implicazioni politiche che questa costruzione comporta. Per rispondere a queste domande, si concentra su due aree verdi urbane di Milano che hanno subito un processo di rewilding spontaneo. La prima, Piazza d'Armi, è un'ex area di esercitazioni militari che è non è stata quasi mai toccata dallo sviluppo urbano fin dal XV secolo. La seconda - la Goccia - è invece un'ex area industriale in cui si è sviluppato spontaneamente un bosco urbano dopo l'abbandono dovuto alla cessazione dell'attività industriale. Nell'ultimo decennio, questi spazi sono diventati terreni contesi tra gruppi di cittadini, esperti botanici e associazioni che riconoscono la natura spontanea che se ne è riappropriata e i costruttori che li considerano "spazi vuoti" in attesa di sviluppo. Queste contestazioni e dibattiti, quindi, fanno sì che questi essi emergano anche come spazi di "politica più-che-umana" e innovativi "more-than-human commons". Adottando un quadro teorico ispirato alla Actor-Network theory e adottando metodi di ricerca qualitativa (etnografia, interviste e analisi del contenuto), questo lavoro si propone di illustrare come queste politiche prendano piede tra gli attori coinvolti e come rappresentino un esempio di more-than-human commoning. Dopo l'analisi degli spazi verdi in generale nel contesto milanese, relativa alla storia e alle lotte ad essi associate, questo lavoro si propone di illustrare il carattere conteso che le battaglie per questi due spazi assumono e come queste possano essere informative di una diversa idea di ciò che costituisce la natura urbana, alla luce dello sviluppo di una diversa relazionalità tra umano e non umano.