Il lavoro sociale professionale ha per obiettivo la promozione del cambiamento sociale. Quando organizzato nella forma della cooperazione sociale, esso si fa portatore del principio di democraticità ed è finalizzato a perseguire la promozione umana e la partecipazione sociale dei cittadini. La storia della cooperazione sociale in Italia (Berzacola, Galante, 2014) e del lavoro sociale in Europa (Fook, 1999; Parton, O’Byrne, 2000) è stata tuttavia caratterizzata da una progressiva burocratizzazione delle pratiche educative e da un’enfasi eccessiva sugli aspetti strumentali che hanno ridotto la capacità di saper leggere la complessità dei problemi sociali. Se cambiare paradigma e abitare la complessità è la sfida del XXI secolo (Ceruti, Bellusci, 2020), la pandemia da COVID-19, nell’aver aperto ad un’era di grandi incertezze (Morin, 2020), può rappresentare per il lavoro sociale un’occasione di apprendimento. A partire da un’analisi del concetto di crisi ispirato al paradigma della complessità di Morin (2016), il contributo esplora la relazione tra crisi e processi trasformativi. In particolare, esso invita ad una riflessione intorno alle qualità cinestesiche, estetiche e sensoriali della trasformazione messe in risalto dalla crisi, attraverso l’analisi di una ricerca cooperativa che ha coinvolto un sistema di servizi per la disabilità in Lombardia, durante la pandemia.
Cuppari, A. (2021). La danza trasformativa della crisi per un nuovo paradigma del lavoro sociale: una ricerca cooperativa in un sistema di servizi per la disabilità in Lombardia. Intervento presentato a: 6° Convegno Internazionale EDUCAZIONE TERRITORI NATURA - Percorsi di cittadinanza a partire dalla scuola, Bolzano (on-line).
La danza trasformativa della crisi per un nuovo paradigma del lavoro sociale: una ricerca cooperativa in un sistema di servizi per la disabilità in Lombardia
Cuppari, A.
2021
Abstract
Il lavoro sociale professionale ha per obiettivo la promozione del cambiamento sociale. Quando organizzato nella forma della cooperazione sociale, esso si fa portatore del principio di democraticità ed è finalizzato a perseguire la promozione umana e la partecipazione sociale dei cittadini. La storia della cooperazione sociale in Italia (Berzacola, Galante, 2014) e del lavoro sociale in Europa (Fook, 1999; Parton, O’Byrne, 2000) è stata tuttavia caratterizzata da una progressiva burocratizzazione delle pratiche educative e da un’enfasi eccessiva sugli aspetti strumentali che hanno ridotto la capacità di saper leggere la complessità dei problemi sociali. Se cambiare paradigma e abitare la complessità è la sfida del XXI secolo (Ceruti, Bellusci, 2020), la pandemia da COVID-19, nell’aver aperto ad un’era di grandi incertezze (Morin, 2020), può rappresentare per il lavoro sociale un’occasione di apprendimento. A partire da un’analisi del concetto di crisi ispirato al paradigma della complessità di Morin (2016), il contributo esplora la relazione tra crisi e processi trasformativi. In particolare, esso invita ad una riflessione intorno alle qualità cinestesiche, estetiche e sensoriali della trasformazione messe in risalto dalla crisi, attraverso l’analisi di una ricerca cooperativa che ha coinvolto un sistema di servizi per la disabilità in Lombardia, durante la pandemia.File | Dimensione | Formato | |
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