Il lavoro volto all’inclusione sociale ed emancipazione delle persone con disabilità richiede la capacità di far dialogare punti di vista diversi per trovare possibili traiettorie di senso dentro le comunità locali. Dalla Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità (2006) alla legge 112/2016 sul Dopo di Noi che tutela i diritti delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, si sta assistendo ad un cambio di paradigma, non più centrato su una standardizzazione delle prestazioni ma sui diritti di cittadinanza. Ciò richiede una ricomposizione delle risorse territoriali che chiama in causa non solo le persone con disabilità e i professionisti della relazione di cura ma anche altri attori della comunità che a vario titolo son parte del percorso di vita delle persone con disabilità. Il presente contributo descrive due percorsi di ricerca-formazione che hanno coinvolto operatori sociali di servizi per la disabilità, volontari di reti associative locali e familiari di persone con disabilità intellettiva. Tali percorsi sono parte di un progetto di ricerca-azione più ampio volto a ridisegnare il sistema di servizi per l’inclusione sociale di adulti con disabilità intellettiva nel contesto locale della provincia di Lecco, in Lombardia. Il progetto di ricerca si colloca all’interno di un percorso di dottorato executive che vede una convenzione tra la cooperativa sociale La Vecchia Quercia di Calolziocorte e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Alla base di tale scelta vi è la necessità di “andare oltre il principio di prestazione” (Colazzo, 2017) e di superare una visione riduttiva e tecnocratica del lavoro sociale. La ricerca e formazione qui intesa si è mossa dentro una epistemologia sistemica e della complessità (Formenti, West, 2018; Formenti, 2017) e una metodologia di ricerca cooperativa (Heron, 1996). Essa si è connotata come pratica di ricerca e azione composizionale e cooperativa in cui sono stati embricati diversi livelli: la costruzione di un’opera (individuale/collettiva), il comporsi di una danza interattiva nello spazio della formazione, l’articolazione di idee, il costituirsi di un’unità sovra-individuale, la Mente collettiva, e l’individuazione di azioni deliberate. L’obiettivo era quello di provare ad approcciarsi ad alcuni nodi tematici connessi ai percorsi di autonomia abitativa, riconoscendone la natura complessa, le dimensioni multiple dell’esperienza e trovando un linguaggio accessibile che potesse mettere creativamente in relazione operatori sociali, volontari e familiari di persone con disabilità. L’uso di alcune tecniche artistiche quali la fotografia, la scrittura automatica e autobiografica, la composizione poetica, le immagini metaforiche e il metissage, ha permesso di valorizzare una conoscenza sensibile e incarnata, di aprire a nuovi significati e di mettere in relazione dialogica sensibilità e posizionamenti differenti. La flessibilità e fluidità di un dispositivo di ricerca arts-informed (Cole, Knowles, 2008), la sua capacità di mettere in gioco un tipo di conoscenza presentazione e olistica capace di connettere esperienza vissuta, pensieri e azioni (Yorks, Kasl, 2006; Heron, 1992), ha permesso di sfidare i discorsi dominanti impliciti nel lavoro sociale e ampliare le abituali cornici di significato delle persone coinvolte, orientando in senso trasformativo le azioni alla base di questo tipo di progettualità.
Cuppari, A. (2021). COMPORRE SIGNIFICATI E GENERARE TRASFORMAZIONI IN PROGETTI DI AUTONOMIA ABITATIVA: pratiche formative, composizionali, cooperative arts-informed con operatori sociali, volontari e familiari di persone con disabilità in provincia di Lecco. In Apprendimento trasformativo, arti performative cambiamento sociale - Abstract book -.
COMPORRE SIGNIFICATI E GENERARE TRASFORMAZIONI IN PROGETTI DI AUTONOMIA ABITATIVA: pratiche formative, composizionali, cooperative arts-informed con operatori sociali, volontari e familiari di persone con disabilità in provincia di Lecco
Cuppari, A.
2021
Abstract
Il lavoro volto all’inclusione sociale ed emancipazione delle persone con disabilità richiede la capacità di far dialogare punti di vista diversi per trovare possibili traiettorie di senso dentro le comunità locali. Dalla Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità (2006) alla legge 112/2016 sul Dopo di Noi che tutela i diritti delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, si sta assistendo ad un cambio di paradigma, non più centrato su una standardizzazione delle prestazioni ma sui diritti di cittadinanza. Ciò richiede una ricomposizione delle risorse territoriali che chiama in causa non solo le persone con disabilità e i professionisti della relazione di cura ma anche altri attori della comunità che a vario titolo son parte del percorso di vita delle persone con disabilità. Il presente contributo descrive due percorsi di ricerca-formazione che hanno coinvolto operatori sociali di servizi per la disabilità, volontari di reti associative locali e familiari di persone con disabilità intellettiva. Tali percorsi sono parte di un progetto di ricerca-azione più ampio volto a ridisegnare il sistema di servizi per l’inclusione sociale di adulti con disabilità intellettiva nel contesto locale della provincia di Lecco, in Lombardia. Il progetto di ricerca si colloca all’interno di un percorso di dottorato executive che vede una convenzione tra la cooperativa sociale La Vecchia Quercia di Calolziocorte e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Alla base di tale scelta vi è la necessità di “andare oltre il principio di prestazione” (Colazzo, 2017) e di superare una visione riduttiva e tecnocratica del lavoro sociale. La ricerca e formazione qui intesa si è mossa dentro una epistemologia sistemica e della complessità (Formenti, West, 2018; Formenti, 2017) e una metodologia di ricerca cooperativa (Heron, 1996). Essa si è connotata come pratica di ricerca e azione composizionale e cooperativa in cui sono stati embricati diversi livelli: la costruzione di un’opera (individuale/collettiva), il comporsi di una danza interattiva nello spazio della formazione, l’articolazione di idee, il costituirsi di un’unità sovra-individuale, la Mente collettiva, e l’individuazione di azioni deliberate. L’obiettivo era quello di provare ad approcciarsi ad alcuni nodi tematici connessi ai percorsi di autonomia abitativa, riconoscendone la natura complessa, le dimensioni multiple dell’esperienza e trovando un linguaggio accessibile che potesse mettere creativamente in relazione operatori sociali, volontari e familiari di persone con disabilità. L’uso di alcune tecniche artistiche quali la fotografia, la scrittura automatica e autobiografica, la composizione poetica, le immagini metaforiche e il metissage, ha permesso di valorizzare una conoscenza sensibile e incarnata, di aprire a nuovi significati e di mettere in relazione dialogica sensibilità e posizionamenti differenti. La flessibilità e fluidità di un dispositivo di ricerca arts-informed (Cole, Knowles, 2008), la sua capacità di mettere in gioco un tipo di conoscenza presentazione e olistica capace di connettere esperienza vissuta, pensieri e azioni (Yorks, Kasl, 2006; Heron, 1992), ha permesso di sfidare i discorsi dominanti impliciti nel lavoro sociale e ampliare le abituali cornici di significato delle persone coinvolte, orientando in senso trasformativo le azioni alla base di questo tipo di progettualità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Abstract Book_APPRENDIMENTO TRASFORMATIVO, ARTI PERFORMATIVE, CAMBIAMENTO SOCIALE.pdf
Solo gestori archivio
Descrizione: Book of Abstract
Tipologia di allegato:
Publisher’s Version (Version of Record, VoR)
Dimensione
4.21 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.21 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.