La nota alla sentenza del Tribunale Milano 2 novembre 2010 disamina una controversia tra marchi d'impresa (marchi Diavolo e Diablo) con alcune osservazioni sulla distinzione tra marchi forti e marchi deboli. Viene inoltre richiamato l'orientamento della giurisprudenza in materia di giudizio di confondibilità, che, anche a seguito della novella del 1992 che ha riformulato quello che è oggi l'art. 20 del CPI, è nel senso di ritenere prevalente la necessità di accertare l'identità o la somiglianza tra marchi (in astratto) rispetto alla valutazione della confondibilità agli occhi del pubblico.
Franceschelli, V. (2011). Diavolo, che marchio!.
Diavolo, che marchio!
FRANCESCHELLI, VINCENZO
2011
Abstract
La nota alla sentenza del Tribunale Milano 2 novembre 2010 disamina una controversia tra marchi d'impresa (marchi Diavolo e Diablo) con alcune osservazioni sulla distinzione tra marchi forti e marchi deboli. Viene inoltre richiamato l'orientamento della giurisprudenza in materia di giudizio di confondibilità, che, anche a seguito della novella del 1992 che ha riformulato quello che è oggi l'art. 20 del CPI, è nel senso di ritenere prevalente la necessità di accertare l'identità o la somiglianza tra marchi (in astratto) rispetto alla valutazione della confondibilità agli occhi del pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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