I fenomeni spontanei di collaborazione e di produzione di contenuto da parte degli utenti (prosuming) e quelli di social network sul web sono sempre più diffusi e presentano dinamiche interessanti su temi come la condivisione di conoscenza e la co-creazione di contenuti, oppure la motivazione a partecipare ai processi di reciprocità e fiducia ecc. Si pensi ai casi delle comunità open source (ad esempio quelle nate intorno al sistema operativo Linux) e alla enciclopedia collettiva Wikipedia. Queste dinamiche che si generano autonomamente nel sociale a quali condizioni risultano replicabili all’interno di situazioni organizzative istituzionalizzate e gerarchiche come quelle delle imprese, degli enti pubblici o delle organizzazioni no-profit? Quali problematiche specifiche presenta la collaborazione spontanea in azienda? Infatti nelle organizzazioni aziendali formalizzate, l’Ict si traduce comunemente in sistemi intranet che per quanto efficienti non presentano le funzionalità necessarie per favorire alcune dinamiche fluide e flessibili come quelle delle comunità di pratiche. Dunque la fluidità necessaria potrebbe essere colmata proprio dai sistemi di open content che hanno così tanto successo nel mondo del sociale. In altre parole i processi spontanei di collaborazione abilitati dall’Ict fuori dall’azienda potrebbero divenire una sorta di benchmark per le organizzazioni aziendali. Tuttavia il processo non è lineare e risulta ostacolato dai conflitti potenziali ed effettivi tra sistemi intranet e quelli open content che possono porre problemi di affidabilità e di controllo. Per tentare una riflessione sul tema inquadrandone le dinamiche, facciamo riferimento al principio di comunalità. Esso descrive dinamiche di aggregazione e partecipazione di gruppi di persone in un contesto fisico, di reciproca conoscenza, e di attività coordinata. Le relazioni che avvengono attraverso gli spazi virtuali offerti dalle tecnologie interattive, tuttavia, presentano caratteristiche proprie e peculiari e non sempre riconducibili a quelle del principio di comunalità, per questo motivo si può parlare di comunalità di secondo grado. Il ruolo del management in questi processi dovrebbe essere quello di moderare fra le opportunità fornite dai fenomeni spontanei di collaborazione abilitati dall’open content e quelle di ricerca di sinergie organizzative complessive. Più in particolare, il manager dovrebbe poter disporre di un’ampia comprensione delle dinamiche di utilizzo delle tecnologie interattive, in pratica dovrebbe essere in grado di sviluppare una sorta di “ecologia mediale dell’organizzazione” per poter influenzare le modalità di utilizzo delle tecnologie adottate spontaneamente o di quelle fornite dall’organizzazione secondo una prospettiva di maggiore efficacia. Le valutazioni che il manager dovrà compiere comprendono tematiche che includono l’intensità o meno della comunicazione, la libertà e/o il controllo, la diversità e/o l’uniformità delle modalità di accesso, le dinamiche interattive e/o la comunicazione monodirezionale, la centralizzazione e/o la decentralizzazione, e così via.
Solidoro, A. (2006). I media al lavoro nel sociale e nelle aziende. SVILUPPO & ORGANIZZAZIONE, 216(luglio-agosto).
I media al lavoro nel sociale e nelle aziende
SOLIDORO, ADRIANO
2006
Abstract
I fenomeni spontanei di collaborazione e di produzione di contenuto da parte degli utenti (prosuming) e quelli di social network sul web sono sempre più diffusi e presentano dinamiche interessanti su temi come la condivisione di conoscenza e la co-creazione di contenuti, oppure la motivazione a partecipare ai processi di reciprocità e fiducia ecc. Si pensi ai casi delle comunità open source (ad esempio quelle nate intorno al sistema operativo Linux) e alla enciclopedia collettiva Wikipedia. Queste dinamiche che si generano autonomamente nel sociale a quali condizioni risultano replicabili all’interno di situazioni organizzative istituzionalizzate e gerarchiche come quelle delle imprese, degli enti pubblici o delle organizzazioni no-profit? Quali problematiche specifiche presenta la collaborazione spontanea in azienda? Infatti nelle organizzazioni aziendali formalizzate, l’Ict si traduce comunemente in sistemi intranet che per quanto efficienti non presentano le funzionalità necessarie per favorire alcune dinamiche fluide e flessibili come quelle delle comunità di pratiche. Dunque la fluidità necessaria potrebbe essere colmata proprio dai sistemi di open content che hanno così tanto successo nel mondo del sociale. In altre parole i processi spontanei di collaborazione abilitati dall’Ict fuori dall’azienda potrebbero divenire una sorta di benchmark per le organizzazioni aziendali. Tuttavia il processo non è lineare e risulta ostacolato dai conflitti potenziali ed effettivi tra sistemi intranet e quelli open content che possono porre problemi di affidabilità e di controllo. Per tentare una riflessione sul tema inquadrandone le dinamiche, facciamo riferimento al principio di comunalità. Esso descrive dinamiche di aggregazione e partecipazione di gruppi di persone in un contesto fisico, di reciproca conoscenza, e di attività coordinata. Le relazioni che avvengono attraverso gli spazi virtuali offerti dalle tecnologie interattive, tuttavia, presentano caratteristiche proprie e peculiari e non sempre riconducibili a quelle del principio di comunalità, per questo motivo si può parlare di comunalità di secondo grado. Il ruolo del management in questi processi dovrebbe essere quello di moderare fra le opportunità fornite dai fenomeni spontanei di collaborazione abilitati dall’open content e quelle di ricerca di sinergie organizzative complessive. Più in particolare, il manager dovrebbe poter disporre di un’ampia comprensione delle dinamiche di utilizzo delle tecnologie interattive, in pratica dovrebbe essere in grado di sviluppare una sorta di “ecologia mediale dell’organizzazione” per poter influenzare le modalità di utilizzo delle tecnologie adottate spontaneamente o di quelle fornite dall’organizzazione secondo una prospettiva di maggiore efficacia. Le valutazioni che il manager dovrà compiere comprendono tematiche che includono l’intensità o meno della comunicazione, la libertà e/o il controllo, la diversità e/o l’uniformità delle modalità di accesso, le dinamiche interattive e/o la comunicazione monodirezionale, la centralizzazione e/o la decentralizzazione, e così via.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.