Gli enunciati condizionali, che hanno la forma «se..., allora...», sono un dibattuto oggetto di studio della logica, della filosofia della logica e della psicologia del pensiero. La ricerca in queste tre aree si è sviluppata secondo linee diverse che raramente si sono intersecate. In particolare sono state scarse le connessioni tra la ricerca svolta in ambito logico o logico-filosofico e la ricerca psicocognitiva. Varie sono le ragioni di tale separazione. Da parte logico-filosofica è stata prevalente la preoccupazione di rispettare certe intuizioni riguardanti alcuni usi paradigmatici del condizionale e di soddisfare naturali esigenze di adeguatezza teorica. Da parte psicologica è stata soprattutto perseguita l’adeguatezza descrittiva rispetto agli usi effettivi dei condizionali o ad ampie classi di tali usi. La separazione non ha implicato assenza di reciproche influenze o di punti di contatto. Ad esempio, Johnson-Laird e Byrne (1991; 2002) hanno elaborato una versione psicologica del condizionale materiale della logica classica allo scopo di dare una spiegazione degli usi dei condizionali indicativi. D’altra parte, logici e filosofi come Ramsey (1990) e Quine (1952) hanno di fatto formulato, anche se non sviluppato, delle vere e proprie ipotesi riguardo all’uso comune degli enunciati condizionali e, nel caso di Ramsey, anche riguardo ai processi mentali soggiacenti. Il presente lavoro ha preso le mosse dall’idea di mettere alla prova quella parte della teoria dei modelli mentali (TMM) che Johnson-Laird e Byrne hanno elaborato riguardo agli enunciati condizionali. L’analisi di una difficoltà riscontrata in tale teoria ha portato ad individuare come caratteristica del condizionale, o, più esattamente di molti suoi proferimenti, l’enfasi che si pone sull’antecedente quando lo si usa nell’asserzione. Il lavoro è proseguito con un’analisi del ruolo dell’antecedente, che ha avuto come esito l’individuazione di due diversi tipi di asserzioni di forma condizionale
Giaretta, P., Manfrinati, A., Cherubini, P. (2007). Asserzioni condizionali e di condizionali. SISTEMI INTELLIGENTI, 19(2), 177-204 [10.1422/24890].
Asserzioni condizionali e di condizionali
MANFRINATI, ANDREA;CHERUBINI, PAOLO
2007
Abstract
Gli enunciati condizionali, che hanno la forma «se..., allora...», sono un dibattuto oggetto di studio della logica, della filosofia della logica e della psicologia del pensiero. La ricerca in queste tre aree si è sviluppata secondo linee diverse che raramente si sono intersecate. In particolare sono state scarse le connessioni tra la ricerca svolta in ambito logico o logico-filosofico e la ricerca psicocognitiva. Varie sono le ragioni di tale separazione. Da parte logico-filosofica è stata prevalente la preoccupazione di rispettare certe intuizioni riguardanti alcuni usi paradigmatici del condizionale e di soddisfare naturali esigenze di adeguatezza teorica. Da parte psicologica è stata soprattutto perseguita l’adeguatezza descrittiva rispetto agli usi effettivi dei condizionali o ad ampie classi di tali usi. La separazione non ha implicato assenza di reciproche influenze o di punti di contatto. Ad esempio, Johnson-Laird e Byrne (1991; 2002) hanno elaborato una versione psicologica del condizionale materiale della logica classica allo scopo di dare una spiegazione degli usi dei condizionali indicativi. D’altra parte, logici e filosofi come Ramsey (1990) e Quine (1952) hanno di fatto formulato, anche se non sviluppato, delle vere e proprie ipotesi riguardo all’uso comune degli enunciati condizionali e, nel caso di Ramsey, anche riguardo ai processi mentali soggiacenti. Il presente lavoro ha preso le mosse dall’idea di mettere alla prova quella parte della teoria dei modelli mentali (TMM) che Johnson-Laird e Byrne hanno elaborato riguardo agli enunciati condizionali. L’analisi di una difficoltà riscontrata in tale teoria ha portato ad individuare come caratteristica del condizionale, o, più esattamente di molti suoi proferimenti, l’enfasi che si pone sull’antecedente quando lo si usa nell’asserzione. Il lavoro è proseguito con un’analisi del ruolo dell’antecedente, che ha avuto come esito l’individuazione di due diversi tipi di asserzioni di forma condizionaleI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.