In questa riflessione voglio sostenere che la nostra via di accesso ai processi evolutivi sono i pattern, cioè le iterazioni, le ricorrenze. Mi occuperò anche del significato del termine "pattern", che ha un gran numero di accezioni. Molti biologi evoluzionisti amano paragonarsi a detective. Questo parallelo permette di vedere il concetto di pattern all’opera nel descrivere distinti contesti di conoscenza. Tra gli evoluzionisti circola spesso un monito a distinguere nettamente tra pattern e processi, forse legato a un ipotetico contrasto tra il carattere statico dei pattern e quello dinamico dei processi. Semplici esempi di pattern biologici portano però a pensare i pattern come schemi di relazioni che hanno sempre anche una dimensione diacronica imbrigliata a quella sincronica. I pattern non sono dunque, rispetto ai processi, mere tracce statiche: le forme processuali ricorrenti SONO pattern, esse sono ciò che abbiamo quando affermiamo di conoscere i processi. La ricostruzione di eventi storici unici, nonostante l’apparenza, non fa eccezione: conosciamo l’accaduto in quanto si conforma o (in misura altrettanto importante) si discosta dalle regolarità attese. Le attese, le aspettative, sono fondamentali nel meccanismo conoscitivo, e si formano continuamente in vari modi. I pattern, come i processi, si stratificano a diverse scale spaziotemporali in distinte reti di relazioni. In più, variano in generalità. Estensioni sincroniche dei pattern sono, è vero, decisive per la nostra possibilità di accedere ai processi, ma sono appunto sviluppi storici, inestricabili dalla dimensione temporale.
Serrelli, E. (2011). Biologia evoluzionistica: processi e pattern. RIFLESSIONI SISTEMICHE, 5, 138-153.
Biologia evoluzionistica: processi e pattern
SERRELLI, EMANUELE
2011
Abstract
In questa riflessione voglio sostenere che la nostra via di accesso ai processi evolutivi sono i pattern, cioè le iterazioni, le ricorrenze. Mi occuperò anche del significato del termine "pattern", che ha un gran numero di accezioni. Molti biologi evoluzionisti amano paragonarsi a detective. Questo parallelo permette di vedere il concetto di pattern all’opera nel descrivere distinti contesti di conoscenza. Tra gli evoluzionisti circola spesso un monito a distinguere nettamente tra pattern e processi, forse legato a un ipotetico contrasto tra il carattere statico dei pattern e quello dinamico dei processi. Semplici esempi di pattern biologici portano però a pensare i pattern come schemi di relazioni che hanno sempre anche una dimensione diacronica imbrigliata a quella sincronica. I pattern non sono dunque, rispetto ai processi, mere tracce statiche: le forme processuali ricorrenti SONO pattern, esse sono ciò che abbiamo quando affermiamo di conoscere i processi. La ricostruzione di eventi storici unici, nonostante l’apparenza, non fa eccezione: conosciamo l’accaduto in quanto si conforma o (in misura altrettanto importante) si discosta dalle regolarità attese. Le attese, le aspettative, sono fondamentali nel meccanismo conoscitivo, e si formano continuamente in vari modi. I pattern, come i processi, si stratificano a diverse scale spaziotemporali in distinte reti di relazioni. In più, variano in generalità. Estensioni sincroniche dei pattern sono, è vero, decisive per la nostra possibilità di accedere ai processi, ma sono appunto sviluppi storici, inestricabili dalla dimensione temporale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Biologia_evoluzionistica.pdf
accesso aperto
Tipologia di allegato:
Author’s Accepted Manuscript, AAM (Post-print)
Dimensione
5.03 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.03 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.