La disfagia (difficoltà e/o alterazione della deglutizione caratterizzata da disagio nel deglutire o da disfunzione obiettivamente rilevabile direttamente o indirettamente) ha un'elevata prevalenza nella popolazione generale ed ha come principali complicanze l'aspirazione tracheo-bronchiale, il globus, la polmonite ab ingestis, la malnutrizione e la disidratazione. Nell'ictus cerebrale la disfagia orofaringea è presente nel 40-80% dei pazienti nella prima settimana, scende al 3-17% dopo un mese. Nei pazienti con malattia di Parkinson è presente nel 50-90% dei casi a seconda dello stadio; nei pazienti con sclerosi multipla nel 33-43% dei casi. Un campione di 190 pazienti dimessi nel periodo da Agosto 2007 ad Aprile 2008 ricoverati presso un reparto di riabilitazione specialistica con lesione cerebrale acuta, sono stati sottoposti a valutazione logopedica al fine di evidenziare i portatori di deficit della deglutizione. n° 99 casi presentano disfagia. All'interno del campione la distribuzione del punteggio DOSS rispetto alla patologia ha evidenziato che i pazienti affetti da ictus ischemico sono migliorati nel 48% dei casi, quelli affetti da ictus emorragico sono migliorati nel 47% dei casi, mentre i pazienti affetti da altre patologie del SNC (Parkinson, idrocefalo, coma) sono migliorati nel 33% dei casi. Tutti i pazienti del nostro studio, dopo essere stati valutati con la scala DOS, sono stati sottoposti o a un training logopedico specifico per la rieducazione della disfagia o a monitoraggio o entrambi gli approcci. I casi che hanno ottenuto dei miglioramenti hanno una media di 3,6 settimane di trattamento, i casi invariati hanno una media di 3,7 settimane di trattamento, i casi peggiorati hanno una media di 5 settimane di trattamento. Quindi non vi sono differenze significative per quanto riguarda la durata del trattamento fra migliorati e invariati, né sembra che insistere prolungando il trattamento porti ad effettivi benefici. In conclusione i nostri dati suggeriscono che sia opportuno inserire nel progetto riabilitativo un programma di riabilitazione della deglutizione in tutti i pazienti disfagici, ma che non sia utile protrarre tale programma oltre 4-5 settimane, se non si evidenziano miglioramenti.
Cursaro, E., Rega, V., Vignati, L., Sala, A., Giudici, E., Cerri, C. (2008). Analisi descrittiva di una popolazione di pazienti con disfagia da danno neurologico. EUROPEAN JOURNAL OF PHYSICAL AND REHABILITATION MEDICINE, 44(S1 to No. 3), 1-3.
Analisi descrittiva di una popolazione di pazienti con disfagia da danno neurologico
CERRI, CESARE GIUSEPPE
2008
Abstract
La disfagia (difficoltà e/o alterazione della deglutizione caratterizzata da disagio nel deglutire o da disfunzione obiettivamente rilevabile direttamente o indirettamente) ha un'elevata prevalenza nella popolazione generale ed ha come principali complicanze l'aspirazione tracheo-bronchiale, il globus, la polmonite ab ingestis, la malnutrizione e la disidratazione. Nell'ictus cerebrale la disfagia orofaringea è presente nel 40-80% dei pazienti nella prima settimana, scende al 3-17% dopo un mese. Nei pazienti con malattia di Parkinson è presente nel 50-90% dei casi a seconda dello stadio; nei pazienti con sclerosi multipla nel 33-43% dei casi. Un campione di 190 pazienti dimessi nel periodo da Agosto 2007 ad Aprile 2008 ricoverati presso un reparto di riabilitazione specialistica con lesione cerebrale acuta, sono stati sottoposti a valutazione logopedica al fine di evidenziare i portatori di deficit della deglutizione. n° 99 casi presentano disfagia. All'interno del campione la distribuzione del punteggio DOSS rispetto alla patologia ha evidenziato che i pazienti affetti da ictus ischemico sono migliorati nel 48% dei casi, quelli affetti da ictus emorragico sono migliorati nel 47% dei casi, mentre i pazienti affetti da altre patologie del SNC (Parkinson, idrocefalo, coma) sono migliorati nel 33% dei casi. Tutti i pazienti del nostro studio, dopo essere stati valutati con la scala DOS, sono stati sottoposti o a un training logopedico specifico per la rieducazione della disfagia o a monitoraggio o entrambi gli approcci. I casi che hanno ottenuto dei miglioramenti hanno una media di 3,6 settimane di trattamento, i casi invariati hanno una media di 3,7 settimane di trattamento, i casi peggiorati hanno una media di 5 settimane di trattamento. Quindi non vi sono differenze significative per quanto riguarda la durata del trattamento fra migliorati e invariati, né sembra che insistere prolungando il trattamento porti ad effettivi benefici. In conclusione i nostri dati suggeriscono che sia opportuno inserire nel progetto riabilitativo un programma di riabilitazione della deglutizione in tutti i pazienti disfagici, ma che non sia utile protrarre tale programma oltre 4-5 settimane, se non si evidenziano miglioramenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.