L’utilizzo integrato di banche dati e Sistemi Informativi Territoriali (SIT) per la valutazione della suscettibilità da frana è il risultato metodologico della collaborazione sviluppata da numerosi ricercatori all’interno del progetto europeo Newtech (New Technologies for Landslide Hazard Assessment and Management in Europe, Contratto n° ENV4-CT96-0248). Nell’ambito di tale progetto è stata realizzata una banca dati informatizzata per l’organizzazione e la gestione dei dati necessari alla realizzazione di cartografia della suscettibilità da frana, in un’area di circa 5 km2 sul versante nordoccidentale del rilievo Col Alto - Pralongià, nei pressi di Corvara in Badia (Provincia Autonoma di Bolzano). Tale versante è stato oggetto di approfondite indagini di campagna e di laboratorio. La restituzione aerofotogrammetrica di un rilievo aereo eseguito nel 1996 ha permesso di usufruire, come base di rilevamento, di una carta topografica in formato vettoriale in scala 1:5.000. Il rilievo geomorfologico e geologico tecnico di campagna ha permesso di realizzare una serie di carte geotematiche alla scala 1:5.000. In particolare, si sono realizzate: una carta geomorfologica a finalità applicative (secondo principi concettuali mutuati da Gruppo Nazionale Geografia Fisica e Geomorfologia); una carta relativa alle caratteristiche geomeccaniche del substrato (partendo da dati relativi a stazioni di rilevamento geomeccanico); una carta delle caratteristiche geotecniche dei depositi (basata su prelievo di campioni e prove geotecniche di laboratorio); una carta dello spessore dei depositi (partendo da dati relativi a perforazioni a carotaggio continuo). La contemporanea disponibilità di rilievi sul terreno e di dati analitici, derivanti da prove di laboratorio e dal monitoraggio delle frane, e la necessità di gestirli in modo efficiente, per giungere ad una corretta valutazione della suscettibilità da frana, ha portato alla realizzazione di una struttura di banca dati che utilizza, in modo integrato, il GIS ILWIS per l’archiviazione e la gestione di dati georeferenziati, e il DataBase Management Systems (DBMS) ACCESS per l’archiviazione e la gestione di dati non spaziali di tipo qualitativo e quantitativo. Nel complesso la banca dati realizzata contiene: • la cartografia geomorfologica e geotematica di campagna realizzata per il versante Col Alto - Pralongià (Slope Spatial Database, SSD, implementato su base spaziale e georeferenziata utilizzando il GIS ILWIS 2.1); • le caratteristiche generali dei fenomeni franosi, quali ad esempio quelle amministrative, cartografiche, morfometriche (Slope Relational Database, SRD, strutturato su base relazionale utilizzando il DBMS ACCESS); • i dati quantitativi e qualitativi ricavati dalle indagini puntuali realizzate sul versante (stazioni geomeccaniche e sondaggi meccanici); i dati quantitativi delle analisi geotecniche di laboratorio realizzate su campioni raccolti in affioramento o in sondaggi e delle datazioni radiometriche di resti organici rinvenuti sepolti nel versante (Investigation Relational Database, IRD, strutturato su base relazionale utilizzando il DBMS ACCESS). In relazione alla morfologia complessa delle frane che interessano il versante Col Alto - Pralongià (la frana di Corvara, per esempio, è composta di multiple zone di distacco, una zona di trasporto e un lobo di accumulo) le banche dati relative al versante studiato sono state strutturate secondo tre principali livelli di dettaglio: le frane come unità; i differenti settori geomorfologici che compongono ciascuna frana, quali area sorgente, zona di trasporto e di accumulo; i diversi elementi geomorfologici che compongono il versante, ovvero quelle porzioni di territorio caratterizzate da attributi geomorfologici univoci relativamente al tipo di frana e allo stato di attività. Alle frane, ai settori ed agli elementi geomorfologici sono stati attribuiti codici identificativi univoci (id_landslide; id_sector; id_element) che sono stati mantenuti sia nella banca dati implementata nel GIS (SSD) sia in quella, in ACCESS, contenente informazioni di carattere generale sulle frane, sui settori e sugli elementi geomorfologici (SRD). Al fine di elaborare una carta della suscettibilità da frana, relativamente al versante Col Alto - Pralongià, sono state realizzate, a partire dalle carte a poligoni archiviate nel SIT, carte tematiche in scala 1:5.000 in ambiente raster con celle di 2 m di lato relativamente agli effetti e alle cause predisponenti l’instabilità. Per quanto riguarda gli effetti dell’instabilità, è stata realizzata la carta geomorfologica e la carta dello stato di attività dei processi. Successivamente combinando questi due tematismi, relativamente a ciascun elemento geomorfologico, è stata ottenuta la carta delle evidenze geomorfologiche dei dissesti. Per le valutazioni delle cause predisponenti si sono realizzate una carta geomeccanica del substrato roccioso, una carta geotecnica ed una carta dello spessore dei depositi, derivate rispettivamente dalla carta a poligoni degli elementi geomorfologici attraverso gli attributi presenti nei relativi campi. Attraverso la sovrapposizione della carta geomeccanica e di quella geotecnica, imponendo che con spessore dei depositi inferiore ai 2 m venisse considerato il substrato, e con spessori maggiori ai 2 m i depositi, si è ottenuta una carta dei materiali significativi per l’instabilità dei versanti. Sono state inoltre realizzate una carta dell’acclività e una dell’esposizione (derivate dal Modello Digitale del Terreno), la carta dell’idrografia e, infine, la carta dell’uso del suolo. L’incrocio della carta delle evidenze geomorfologiche dei dissesti, con le singole carte tematiche relative alle cause predisponenti, ha portato ad ottenere una serie di tabelle derivate dalle quali è stato possibile, mediante elaborazioni statistiche, individuare le cause più significative in rapporto agli effetti. Questo ha permesso di indicizzare tra 0 e 10 le carte tematiche della geomorfologia, dello stato di attività, dei materiali significativi, dell’uso del suolo e dell’acclività. Attraverso la sovrapposizione di carte indicizzate, è stata ottenuta una carta della suscettibilità da frana in cui i valori, compresi tra 0 e 50, sono stati suddivisi in tre classi di suscettibilità (bassa: 0-18; media: 19-33; alta: 34-50) sulla base della loro distribuzione statistica.
Bonomi, T., Cavallin, A., Corsini, A., Geneletti, D., Napolitano, P., Verro, R. (2003). Banche dati e GIS per la valutazione della suscettibilità da frana a Corvara in Badia. In Vecchi territori, nuovi mondi: la geografia nelle emergenze del 2000 (pp.263-278). Roma : Edigeo.
Banche dati e GIS per la valutazione della suscettibilità da frana a Corvara in Badia
BONOMI, TULLIA;CAVALLIN, ANGELO;
2003
Abstract
L’utilizzo integrato di banche dati e Sistemi Informativi Territoriali (SIT) per la valutazione della suscettibilità da frana è il risultato metodologico della collaborazione sviluppata da numerosi ricercatori all’interno del progetto europeo Newtech (New Technologies for Landslide Hazard Assessment and Management in Europe, Contratto n° ENV4-CT96-0248). Nell’ambito di tale progetto è stata realizzata una banca dati informatizzata per l’organizzazione e la gestione dei dati necessari alla realizzazione di cartografia della suscettibilità da frana, in un’area di circa 5 km2 sul versante nordoccidentale del rilievo Col Alto - Pralongià, nei pressi di Corvara in Badia (Provincia Autonoma di Bolzano). Tale versante è stato oggetto di approfondite indagini di campagna e di laboratorio. La restituzione aerofotogrammetrica di un rilievo aereo eseguito nel 1996 ha permesso di usufruire, come base di rilevamento, di una carta topografica in formato vettoriale in scala 1:5.000. Il rilievo geomorfologico e geologico tecnico di campagna ha permesso di realizzare una serie di carte geotematiche alla scala 1:5.000. In particolare, si sono realizzate: una carta geomorfologica a finalità applicative (secondo principi concettuali mutuati da Gruppo Nazionale Geografia Fisica e Geomorfologia); una carta relativa alle caratteristiche geomeccaniche del substrato (partendo da dati relativi a stazioni di rilevamento geomeccanico); una carta delle caratteristiche geotecniche dei depositi (basata su prelievo di campioni e prove geotecniche di laboratorio); una carta dello spessore dei depositi (partendo da dati relativi a perforazioni a carotaggio continuo). La contemporanea disponibilità di rilievi sul terreno e di dati analitici, derivanti da prove di laboratorio e dal monitoraggio delle frane, e la necessità di gestirli in modo efficiente, per giungere ad una corretta valutazione della suscettibilità da frana, ha portato alla realizzazione di una struttura di banca dati che utilizza, in modo integrato, il GIS ILWIS per l’archiviazione e la gestione di dati georeferenziati, e il DataBase Management Systems (DBMS) ACCESS per l’archiviazione e la gestione di dati non spaziali di tipo qualitativo e quantitativo. Nel complesso la banca dati realizzata contiene: • la cartografia geomorfologica e geotematica di campagna realizzata per il versante Col Alto - Pralongià (Slope Spatial Database, SSD, implementato su base spaziale e georeferenziata utilizzando il GIS ILWIS 2.1); • le caratteristiche generali dei fenomeni franosi, quali ad esempio quelle amministrative, cartografiche, morfometriche (Slope Relational Database, SRD, strutturato su base relazionale utilizzando il DBMS ACCESS); • i dati quantitativi e qualitativi ricavati dalle indagini puntuali realizzate sul versante (stazioni geomeccaniche e sondaggi meccanici); i dati quantitativi delle analisi geotecniche di laboratorio realizzate su campioni raccolti in affioramento o in sondaggi e delle datazioni radiometriche di resti organici rinvenuti sepolti nel versante (Investigation Relational Database, IRD, strutturato su base relazionale utilizzando il DBMS ACCESS). In relazione alla morfologia complessa delle frane che interessano il versante Col Alto - Pralongià (la frana di Corvara, per esempio, è composta di multiple zone di distacco, una zona di trasporto e un lobo di accumulo) le banche dati relative al versante studiato sono state strutturate secondo tre principali livelli di dettaglio: le frane come unità; i differenti settori geomorfologici che compongono ciascuna frana, quali area sorgente, zona di trasporto e di accumulo; i diversi elementi geomorfologici che compongono il versante, ovvero quelle porzioni di territorio caratterizzate da attributi geomorfologici univoci relativamente al tipo di frana e allo stato di attività. Alle frane, ai settori ed agli elementi geomorfologici sono stati attribuiti codici identificativi univoci (id_landslide; id_sector; id_element) che sono stati mantenuti sia nella banca dati implementata nel GIS (SSD) sia in quella, in ACCESS, contenente informazioni di carattere generale sulle frane, sui settori e sugli elementi geomorfologici (SRD). Al fine di elaborare una carta della suscettibilità da frana, relativamente al versante Col Alto - Pralongià, sono state realizzate, a partire dalle carte a poligoni archiviate nel SIT, carte tematiche in scala 1:5.000 in ambiente raster con celle di 2 m di lato relativamente agli effetti e alle cause predisponenti l’instabilità. Per quanto riguarda gli effetti dell’instabilità, è stata realizzata la carta geomorfologica e la carta dello stato di attività dei processi. Successivamente combinando questi due tematismi, relativamente a ciascun elemento geomorfologico, è stata ottenuta la carta delle evidenze geomorfologiche dei dissesti. Per le valutazioni delle cause predisponenti si sono realizzate una carta geomeccanica del substrato roccioso, una carta geotecnica ed una carta dello spessore dei depositi, derivate rispettivamente dalla carta a poligoni degli elementi geomorfologici attraverso gli attributi presenti nei relativi campi. Attraverso la sovrapposizione della carta geomeccanica e di quella geotecnica, imponendo che con spessore dei depositi inferiore ai 2 m venisse considerato il substrato, e con spessori maggiori ai 2 m i depositi, si è ottenuta una carta dei materiali significativi per l’instabilità dei versanti. Sono state inoltre realizzate una carta dell’acclività e una dell’esposizione (derivate dal Modello Digitale del Terreno), la carta dell’idrografia e, infine, la carta dell’uso del suolo. L’incrocio della carta delle evidenze geomorfologiche dei dissesti, con le singole carte tematiche relative alle cause predisponenti, ha portato ad ottenere una serie di tabelle derivate dalle quali è stato possibile, mediante elaborazioni statistiche, individuare le cause più significative in rapporto agli effetti. Questo ha permesso di indicizzare tra 0 e 10 le carte tematiche della geomorfologia, dello stato di attività, dei materiali significativi, dell’uso del suolo e dell’acclività. Attraverso la sovrapposizione di carte indicizzate, è stata ottenuta una carta della suscettibilità da frana in cui i valori, compresi tra 0 e 50, sono stati suddivisi in tre classi di suscettibilità (bassa: 0-18; media: 19-33; alta: 34-50) sulla base della loro distribuzione statistica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.