Esplorare è un modo possibile di esercitare un’educazione che intende rinnovarsi, impegnandosi a tenere in dialogo individui, oggetti e contesti, mettendo al centro le domande anziché le risposte, non temendo l’approfondimento ma anzi riconoscendolo come una delle possibilità per contrastare sia l’accumulo nozionistico che la semplificazione contenutistica, e privilegiando allo stesso tempo una forma rispettosa del procedere di ciascuno attraverso la condivisione della ricerca, su ogni cosa, anche la più piccola Il testo, poggiando le sue fondamenta sul concetto di esperienza deweynamente inteso, indaga il tema dell’esplorazione fino a declinarlo come una esperienza educativa, che qui ha le sue radici all’incrocio tra una pedagogia in fermento, strutturalmente e permanentemente, e un’arte vitale e affacciata sul mondo, come è quella, assunta a riferimento, dei lavori di Keri Smith. La proposta che ne emerge può riguardare ogni oggetto o questione, ogni luogo dell’educazione, formale e informale, e ogni possibilità di educare ed educarsi, essendo volta a coltivare un habitus esplorativo, cioè un’attitudine permanente alla ricerca. Educare nell’esperienza, come educare nell’esplorazione, è in tal senso credere che ciascuno sia portatore di domande proprie e significative, in grado di interrogare le cose e il mondo. È credere nell’uomo, nell’uomo bambino e nell’uomo adulto, nella loro possibilità e capacità di ricerca. È credere che il compito di chi educa sia innanzitutto quello di fidarsi, del bambino e dell’uomo che già ci sono. Ma è anche credere nella potenza delle cose, credere che quello che è in esse sia interrogazione e contemporaneamente sapere, rendendo loro onore permettendo di essere, in sé e nello sguardo di chi le incontra.
Guerra, M. (2019). Le più piccole cose. L’esplorazione come esperienza educativa. Milano : Franco Angeli.
Le più piccole cose. L’esplorazione come esperienza educativa
Guerra, M
2019
Abstract
Esplorare è un modo possibile di esercitare un’educazione che intende rinnovarsi, impegnandosi a tenere in dialogo individui, oggetti e contesti, mettendo al centro le domande anziché le risposte, non temendo l’approfondimento ma anzi riconoscendolo come una delle possibilità per contrastare sia l’accumulo nozionistico che la semplificazione contenutistica, e privilegiando allo stesso tempo una forma rispettosa del procedere di ciascuno attraverso la condivisione della ricerca, su ogni cosa, anche la più piccola Il testo, poggiando le sue fondamenta sul concetto di esperienza deweynamente inteso, indaga il tema dell’esplorazione fino a declinarlo come una esperienza educativa, che qui ha le sue radici all’incrocio tra una pedagogia in fermento, strutturalmente e permanentemente, e un’arte vitale e affacciata sul mondo, come è quella, assunta a riferimento, dei lavori di Keri Smith. La proposta che ne emerge può riguardare ogni oggetto o questione, ogni luogo dell’educazione, formale e informale, e ogni possibilità di educare ed educarsi, essendo volta a coltivare un habitus esplorativo, cioè un’attitudine permanente alla ricerca. Educare nell’esperienza, come educare nell’esplorazione, è in tal senso credere che ciascuno sia portatore di domande proprie e significative, in grado di interrogare le cose e il mondo. È credere nell’uomo, nell’uomo bambino e nell’uomo adulto, nella loro possibilità e capacità di ricerca. È credere che il compito di chi educa sia innanzitutto quello di fidarsi, del bambino e dell’uomo che già ci sono. Ma è anche credere nella potenza delle cose, credere che quello che è in esse sia interrogazione e contemporaneamente sapere, rendendo loro onore permettendo di essere, in sé e nello sguardo di chi le incontra.File | Dimensione | Formato | |
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