Spazi, educazione di genere e trasgressione nella città antica

Educational practices in the ancient polis were always connected with the transmission of extremely codified rules concerning gender roles and the dimension of physical and symbolic space. Nevertheless, some educational practices were seen as transgressive with respect to these norms and codifications. In particular, certain practices that took place in spaces perceived of as outside the walls of the polis evoked the multiplicity of individual sexual identity. The paper reflects on these educational practices connected with the cross-dressing.

Le pratiche educative nella polis antica sono sempre state connesse con la trasmissione di norme estremamente codificate relative ai ruoli di genere e alla dimensione dello spazio, fisico e simbolico. Soprattutto in età classica, la dicotomia spazio pubblico/spazio privato, corrispondente alla dicotomia maschile/femminile, si è progressivamente consolidata ed è stata proposta come “naturale” grazie alle giustificazioni mediche e filosofiche. Nonostante ciò, alcune pratiche formative hanno costituito momenti di trasgressione rispetto a queste norme e a queste codificazioni. In particolare, alcune pratiche educative che si svolgevano in spazi percepiti come esterni alle mura della polis richiamavano la molteplicità dell’identità sessuale degli individui. Esse testimoniano della sopravvivenza di paradigmi di pensiero alternativi a quello ufficiale e connessi ad una concezione di rottura della tradizionale suddivisione dello spazio e delle identità di genere. Il contributo intende proporre una riflessione su tali pratiche educative a partire dall’analisi di alcuni testi letterari ed artistici.