Questo articolo si propone di mettere in relazione l’impiego di deittici spaziali con la presenza della soggettività lirica e la connessa antropologia dello spazio specificamente nell’Infinito e – contrastivamente e in modo più rapido – nel restante corso della poesia leopardiana, rimarcando che – se la soggettività espressa nell’Infinito è pienamente antropocentrica – il calo delle marche deittiche di prima persona, comprese quelle spaziali, testimonia di una messa all’angolo del soggetto lirico lungo la diacronia della produzione leopardiana, fino a una sua finale decisa revoca in discussione.
Zublena, P. (2010). L'Infinito qui. Deissi spaziale e antropologia dello spazio nella poesia di Leopardi. In La prospettiva antropologica nel pensiero e nella poesia di Giacomo Leopardi (pp.365-376). Firenze : OLSCHKI.
L'Infinito qui. Deissi spaziale e antropologia dello spazio nella poesia di Leopardi
ZUBLENA, PAOLO
2010
Abstract
Questo articolo si propone di mettere in relazione l’impiego di deittici spaziali con la presenza della soggettività lirica e la connessa antropologia dello spazio specificamente nell’Infinito e – contrastivamente e in modo più rapido – nel restante corso della poesia leopardiana, rimarcando che – se la soggettività espressa nell’Infinito è pienamente antropocentrica – il calo delle marche deittiche di prima persona, comprese quelle spaziali, testimonia di una messa all’angolo del soggetto lirico lungo la diacronia della produzione leopardiana, fino a una sua finale decisa revoca in discussione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.