Una delle situazioni più comuni sperimentate da chi svolge una professione in ambito educativo - nella scuola come nel mondo dei servizi - è quella di non avere tempo sufficiente per riflettere, magari anche attraverso il confronto con gli altri, su ciò che si è progettato e proposto. Il più delle volte si è costretti ad agire in emergenza, a rincorrere scadenze, a farsi trascinare da una routine che non sempre rispecchia i ritmi dell'educazione (e degli educandi). A dispetto di un vecchio slogan del lifelong learning che invitava a "formarsi per non fermarsi", si propone, in maniera provocatoria, di imboccare una strada opposta e di fare della formazione in servizio un'occasione per fermarsi, darsi tempo e, attraverso un approccio riflessivo, ritrovare il senso e la piena consapevolezza del proprio agire. Interrogarsi, dunque, rispetto a: quali domande (si) pongono le figure educative in merito alla propria professionalità? quali bisogni esprimono (in modo più o meno esplicito)? quali luoghi della riflessività si mostrano in grado di accoglierli e trattarli? quali strumenti permettono di analizzare le (e analizzarsi nelle) esperienze educative?
Cornacchia, M., Oggionni, F. (2018). Fermarsi per formarsi. La formazione riflessiva per le professioni educative. Intervento presentato a: Festival dell'educazione 2018, Torino.
Fermarsi per formarsi. La formazione riflessiva per le professioni educative
Oggionni, F
2018
Abstract
Una delle situazioni più comuni sperimentate da chi svolge una professione in ambito educativo - nella scuola come nel mondo dei servizi - è quella di non avere tempo sufficiente per riflettere, magari anche attraverso il confronto con gli altri, su ciò che si è progettato e proposto. Il più delle volte si è costretti ad agire in emergenza, a rincorrere scadenze, a farsi trascinare da una routine che non sempre rispecchia i ritmi dell'educazione (e degli educandi). A dispetto di un vecchio slogan del lifelong learning che invitava a "formarsi per non fermarsi", si propone, in maniera provocatoria, di imboccare una strada opposta e di fare della formazione in servizio un'occasione per fermarsi, darsi tempo e, attraverso un approccio riflessivo, ritrovare il senso e la piena consapevolezza del proprio agire. Interrogarsi, dunque, rispetto a: quali domande (si) pongono le figure educative in merito alla propria professionalità? quali bisogni esprimono (in modo più o meno esplicito)? quali luoghi della riflessività si mostrano in grado di accoglierli e trattarli? quali strumenti permettono di analizzare le (e analizzarsi nelle) esperienze educative?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.