Questo articolo intende analizzare quale contributo possa offrire la pedagogia per sostenere il soggetto lavoratore nella costruzione del proprio sé professionale, anche e soprattutto a fronte dei profondi cambiamenti che hanno trasformato il mercato del lavoro degli ultimi anni. L’articolo prende le mosse dall’indebolimento del rapporto saldo e biunivoco tra identità e lavoro che ha contraddistinto l’affermazione dell’epoca industriale e che permetteva di leggere il lavoro come la variabile indipendente che consentiva di organizzare e prevedere tutto gli altri aspetti della vita dell’individuo. Ora se il rapporto tra lavoro e identità (sociale e professionale) si indebolisce, resta però e si rafforza la necessità del soggetto di costruire il proprio sé professionale e ricomporlo a fronte di esperienze lavorative sempre più frammentarie ed eterogenee. Da qui l’esigenza di soffermarsi su un momento delicato ma nello stesso tempo centrale nella vita professionale dell’adulto, quello delle transizioni, e la proposta di ricorrere ad approcci clinico-riflessivi per offrire ai lavoratori un supporto concreto e prezioso per ricompattare il proprio sé professionale. In questa nuova realtà in cui il sé professionale non è più presupposto che permette l’entrata nel mondo del lavoro, ma un precipitato ex post delle esperienze attraversate, la pedagogia scopre un ruolo centrale nel supporto allo sviluppo professionale dei lavoratori.
Palma, M. (2017). Transizioni lavorative e costruzione del sé professionale. Per un contributo della pedagogia nell’attuale mondo del lavoro. METIS, 16/2017, 5-19.
Transizioni lavorative e costruzione del sé professionale. Per un contributo della pedagogia nell’attuale mondo del lavoro
Palma, ML
2017
Abstract
Questo articolo intende analizzare quale contributo possa offrire la pedagogia per sostenere il soggetto lavoratore nella costruzione del proprio sé professionale, anche e soprattutto a fronte dei profondi cambiamenti che hanno trasformato il mercato del lavoro degli ultimi anni. L’articolo prende le mosse dall’indebolimento del rapporto saldo e biunivoco tra identità e lavoro che ha contraddistinto l’affermazione dell’epoca industriale e che permetteva di leggere il lavoro come la variabile indipendente che consentiva di organizzare e prevedere tutto gli altri aspetti della vita dell’individuo. Ora se il rapporto tra lavoro e identità (sociale e professionale) si indebolisce, resta però e si rafforza la necessità del soggetto di costruire il proprio sé professionale e ricomporlo a fronte di esperienze lavorative sempre più frammentarie ed eterogenee. Da qui l’esigenza di soffermarsi su un momento delicato ma nello stesso tempo centrale nella vita professionale dell’adulto, quello delle transizioni, e la proposta di ricorrere ad approcci clinico-riflessivi per offrire ai lavoratori un supporto concreto e prezioso per ricompattare il proprio sé professionale. In questa nuova realtà in cui il sé professionale non è più presupposto che permette l’entrata nel mondo del lavoro, ma un precipitato ex post delle esperienze attraversate, la pedagogia scopre un ruolo centrale nel supporto allo sviluppo professionale dei lavoratori.File | Dimensione | Formato | |
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