Introduzione: Il presente lavoro si colloca all’interno del filone di studi sullo sviluppo della competenza emotiva nell’infanzia in relazione sia a fattori individuali, come età, genere e abilità linguistiche, sia a fattori contestuali, come lo stile materno di socializzazione emotiva (es., Denham, 2007; Halberstadt e Losada, 2011). Lo sviluppo della regolazione emotiva (RE) nell’infanzia è influenzato dalla conoscenza e comprensione delle emozioni (CE) (Barrett et al., 2001; Denham e Burton, 2003; Izard et al., 2011), oltre che dalle abilità linguistiche (Cole et al., 2010) e dallo stile di socializzazione emotiva genitoriale (Morris et al., 2007). L’obiettivo del presente studio è dunque quello di indagare, tramite un modello strutturale integrato, gli effetti diretti e indiretti dello stile di socializzazione emotiva materna (coaching vs dismissing) sulle competenze emotive (CE e RE) di bambini tra i due e i tre anni, controllando il ruolo di età, genere e abilità linguistiche. Metodo: Hanno preso parte alla ricerca 242 bambini di età compresa fra i due e i tre anni (141 femmine; età media = 28,79 mesi, DS = 3,48) e le loro madri (età media = 35,60 anni; DS = 4,95). I bambini frequentavano 35 nidi delle province di Milano, Lecco, Bergamo, Como e Monza Brianza. Le abilità linguistiche e la regolazione emotiva dei bambini sono state valutate tramite strumenti parentreport (Caselli et al., 2007; Molina et al., 2014), mentre la loro conoscenza delle emozioni è stata misurata tramite una prova diretta somministrata individualmente al nido (Camodeca & Coppola, 2010). Alle madri è stato inoltre chiesto di compilare un questionario sul loro stile di socializzazione emotiva (Ciucci et al., 2015). Risultati: È emersa una correlazione statisticamente significativa fra conoscenza delle emozioni e regolazione emotiva (r = .19; p < .01), e tra queste e le abilità linguistiche (rispettivamente, r = .28 e r = .41; p < .001). Dall’analisi dei dati tramite modelli di equazione strutturale è emerso un effetto diretto tra CE e RE e tra competenze linguistiche e RE. Inoltre, lo stile materno dismissing è risultato avere un effetto diretto negativo forte sulle competenze emotive dei bambini (β = -.41, p < .001 su CE; β = -.44, p < .001 su RE), e un effetto indiretto su RE via CE (β = -.26, p < .001). Lo stile materno coaching ha mostrato, invece, un effetto positivo lieve sia su CE (β =.048, p < .05) sia su RE (β = .065, p < .05). Non sono emersi effetti significativi di età e genere. Conclusioni:I risultati della ricerca mostrano come l’effetto negativo dello stile dismissing sulle competenze emotive nella prima infanzia sia più forte dell’effetto positivo dello stile coaching, confermando come si tratti di un fattore di rischio nello sviluppo psicologico del bambino (es. Lunkenheimer et al., 2007; Luebbe et al., 2011). Tali risultati verranno discussi in relazione alle loro implicazioni educative, oltre che alle possibili direzioni di studio e di ricerca future.
Ornaghi, V., Agliati, A., Pepe, A., Grazzani, I. (2018). Comprensione e regolazione emotiva: tra i 2 e i 3 anni: il ruolo dello stile di socializzazione emotiva materno. In XXXI CONGRESSO NAZIONALE AIP - SEZIONE PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL'EDUCAZIONE 17-19 SETTEMBRE 2018, TORINO (pp.16-16).
Comprensione e regolazione emotiva: tra i 2 e i 3 anni: il ruolo dello stile di socializzazione emotiva materno
Ornaghi, V;Agliati, A;Pepe, A;Grazzani, I
2018
Abstract
Introduzione: Il presente lavoro si colloca all’interno del filone di studi sullo sviluppo della competenza emotiva nell’infanzia in relazione sia a fattori individuali, come età, genere e abilità linguistiche, sia a fattori contestuali, come lo stile materno di socializzazione emotiva (es., Denham, 2007; Halberstadt e Losada, 2011). Lo sviluppo della regolazione emotiva (RE) nell’infanzia è influenzato dalla conoscenza e comprensione delle emozioni (CE) (Barrett et al., 2001; Denham e Burton, 2003; Izard et al., 2011), oltre che dalle abilità linguistiche (Cole et al., 2010) e dallo stile di socializzazione emotiva genitoriale (Morris et al., 2007). L’obiettivo del presente studio è dunque quello di indagare, tramite un modello strutturale integrato, gli effetti diretti e indiretti dello stile di socializzazione emotiva materna (coaching vs dismissing) sulle competenze emotive (CE e RE) di bambini tra i due e i tre anni, controllando il ruolo di età, genere e abilità linguistiche. Metodo: Hanno preso parte alla ricerca 242 bambini di età compresa fra i due e i tre anni (141 femmine; età media = 28,79 mesi, DS = 3,48) e le loro madri (età media = 35,60 anni; DS = 4,95). I bambini frequentavano 35 nidi delle province di Milano, Lecco, Bergamo, Como e Monza Brianza. Le abilità linguistiche e la regolazione emotiva dei bambini sono state valutate tramite strumenti parentreport (Caselli et al., 2007; Molina et al., 2014), mentre la loro conoscenza delle emozioni è stata misurata tramite una prova diretta somministrata individualmente al nido (Camodeca & Coppola, 2010). Alle madri è stato inoltre chiesto di compilare un questionario sul loro stile di socializzazione emotiva (Ciucci et al., 2015). Risultati: È emersa una correlazione statisticamente significativa fra conoscenza delle emozioni e regolazione emotiva (r = .19; p < .01), e tra queste e le abilità linguistiche (rispettivamente, r = .28 e r = .41; p < .001). Dall’analisi dei dati tramite modelli di equazione strutturale è emerso un effetto diretto tra CE e RE e tra competenze linguistiche e RE. Inoltre, lo stile materno dismissing è risultato avere un effetto diretto negativo forte sulle competenze emotive dei bambini (β = -.41, p < .001 su CE; β = -.44, p < .001 su RE), e un effetto indiretto su RE via CE (β = -.26, p < .001). Lo stile materno coaching ha mostrato, invece, un effetto positivo lieve sia su CE (β =.048, p < .05) sia su RE (β = .065, p < .05). Non sono emersi effetti significativi di età e genere. Conclusioni:I risultati della ricerca mostrano come l’effetto negativo dello stile dismissing sulle competenze emotive nella prima infanzia sia più forte dell’effetto positivo dello stile coaching, confermando come si tratti di un fattore di rischio nello sviluppo psicologico del bambino (es. Lunkenheimer et al., 2007; Luebbe et al., 2011). Tali risultati verranno discussi in relazione alle loro implicazioni educative, oltre che alle possibili direzioni di studio e di ricerca future.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.