La ricerca presentata, che fa parte del mio attuale percorso di dottorato, attiene alla tematica dell’Embodied Teaching (Bresler, 2004; Kraus 2016), ambito di studio sugli aspetti corporei in gioco nei processi di insegnamento e apprendimento. La prospettiva dell’Embodiment è andata a definirsi come una vasta area di ricerca su un territorio di frontiera tra gli studi della filosofia della mente e le scienze cognitive (Varela, Thompson, Rosch, 1991; Clark, 1997; Pfeifer & Scheier, 1999; Damasio, 2003; Gallagher, 2005; Ziemke et al., 2006; Johnson, 2007; Thompson, 2007; Shapiro, 2010) sulla base di una matrice epistemologica riferita al “macroparadigma” della complessità (Bocchi & Ceruti, 2013; Striano, 2015). E’ proprio sulla base di questo macroparadigma che è possibile osservare il contributo specifico che la prospettiva dell’Embodiment può portare alla ricerca educativa sia sul piano empirico che su quello teorico (Bresler, 2004; Schusterman, 2005; Gamelli, 2011; Rossi, 2011; Farnell, 2012; Tarozzi, 2014; Striano, 2015; Maxine Sheets-Johnstone, 2016). La metodologia di ricerca è di tipo qualitativo e da un lato si ispira alla Cooperative Inquiry (Heron & Reason, 2001) e dall’altro ad approcci performativi (Denzin, 2003; Haseman, 2006; Nelson, 2013). Operativamente il lavoro si è declinato in una ricerca-formazione con una struttura di incontri ciclica (Formenti, 2009) il cui oggetto di studio è l’applicazione di pratiche riflessive di matrice corporea per/sulla professionalità insegnante. Per sviluppare un disegno di ricerca coerente con i miei assunti epistemologici e che sapesse adeguarsi alla complessità dell’oggetto d’indagine (Mortari, 2013), ho cercato di costruire un dispositivo in cui venissero tenute assieme diverse “anime” della dimensione Embodied: quella più di matrice biologica, quella fenomenologico-esperienziale – sia legata alla percezione che al movimento – quella più autobiografica e infine quella legata all’azione, in modo che ogni insegnante potesse trovare, in una delle diverse fasi di lavoro, un ancoraggio per esplorare il proprio Embodied teaching nel rispetto del proprio stile personale. A tale fine è stato utilizzato un approccio somatico specifico: l’Anatomia esperienziale (Bainbridge Cohen, 2008), una pratica che analizza gli elementi che sottendono il 42 movimento umano a partire dallo studio esperienziale e dunque percettivo del proprio corpo. La ricerca ha coinvolto una decina di insegnanti di una scuola primaria statale milanese in un ciclo di incontri distribuiti tra novembre 2016 e aprile 2017. L’analisi dei dati raccolti, organizzati attraverso N-Vivo in nuclei tematici, è ora oggetto di un’indagine attraverso metodi performativi (Haseman, 2006; Barrett & Bolt 2010; Nelson 2013; Spry 2016), che contribuiranno alla parziale restituzione dei risultati raggiunti.
Ferri, N. (2017). Embodied Teaching: una ricerca sulla pratica d'insegnamento attraverso l'Anatomia Esperienziale. In Giornata dei poster della ricerca 2017. Dipartimento di Scienze Umane per la formazione "R. Massa" (pp.42-43).
Embodied Teaching: una ricerca sulla pratica d'insegnamento attraverso l'Anatomia Esperienziale
Ferri, N
2017
Abstract
La ricerca presentata, che fa parte del mio attuale percorso di dottorato, attiene alla tematica dell’Embodied Teaching (Bresler, 2004; Kraus 2016), ambito di studio sugli aspetti corporei in gioco nei processi di insegnamento e apprendimento. La prospettiva dell’Embodiment è andata a definirsi come una vasta area di ricerca su un territorio di frontiera tra gli studi della filosofia della mente e le scienze cognitive (Varela, Thompson, Rosch, 1991; Clark, 1997; Pfeifer & Scheier, 1999; Damasio, 2003; Gallagher, 2005; Ziemke et al., 2006; Johnson, 2007; Thompson, 2007; Shapiro, 2010) sulla base di una matrice epistemologica riferita al “macroparadigma” della complessità (Bocchi & Ceruti, 2013; Striano, 2015). E’ proprio sulla base di questo macroparadigma che è possibile osservare il contributo specifico che la prospettiva dell’Embodiment può portare alla ricerca educativa sia sul piano empirico che su quello teorico (Bresler, 2004; Schusterman, 2005; Gamelli, 2011; Rossi, 2011; Farnell, 2012; Tarozzi, 2014; Striano, 2015; Maxine Sheets-Johnstone, 2016). La metodologia di ricerca è di tipo qualitativo e da un lato si ispira alla Cooperative Inquiry (Heron & Reason, 2001) e dall’altro ad approcci performativi (Denzin, 2003; Haseman, 2006; Nelson, 2013). Operativamente il lavoro si è declinato in una ricerca-formazione con una struttura di incontri ciclica (Formenti, 2009) il cui oggetto di studio è l’applicazione di pratiche riflessive di matrice corporea per/sulla professionalità insegnante. Per sviluppare un disegno di ricerca coerente con i miei assunti epistemologici e che sapesse adeguarsi alla complessità dell’oggetto d’indagine (Mortari, 2013), ho cercato di costruire un dispositivo in cui venissero tenute assieme diverse “anime” della dimensione Embodied: quella più di matrice biologica, quella fenomenologico-esperienziale – sia legata alla percezione che al movimento – quella più autobiografica e infine quella legata all’azione, in modo che ogni insegnante potesse trovare, in una delle diverse fasi di lavoro, un ancoraggio per esplorare il proprio Embodied teaching nel rispetto del proprio stile personale. A tale fine è stato utilizzato un approccio somatico specifico: l’Anatomia esperienziale (Bainbridge Cohen, 2008), una pratica che analizza gli elementi che sottendono il 42 movimento umano a partire dallo studio esperienziale e dunque percettivo del proprio corpo. La ricerca ha coinvolto una decina di insegnanti di una scuola primaria statale milanese in un ciclo di incontri distribuiti tra novembre 2016 e aprile 2017. L’analisi dei dati raccolti, organizzati attraverso N-Vivo in nuclei tematici, è ora oggetto di un’indagine attraverso metodi performativi (Haseman, 2006; Barrett & Bolt 2010; Nelson 2013; Spry 2016), che contribuiranno alla parziale restituzione dei risultati raggiunti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.