La letteratura dimostra chiaramente che gli apparecchi ortodontici fissi determinano un aumentato accumulo di placca, colonizzazione batterica e decalcificazione dello smalto.1-3 Tuttavia, solo alcuni studi hanno valutato il contributo all’aumento di placca dei materiali di legatura. Forsberg e coll 13 hanno valutato la colonizzazione microbica dei 12 pazienti trattati con apparecchi ortodontici fissi e hanno riferito che l’incisivo laterale legato all’arco con anello elastomerico presentava un maggior numero di microrganismi nella placca dell’incisivo legato con filo metallico. Inoltre essi hanno segnalato un aumento significativo del numero di S. mutans e lactobacilli nella saliva dopo l’inserimento di apparecchi fissi. D’altra parte, Sukontapatiparke coll14, hanno usato il microscopio a scansione per valutare la colonizzazione batterica associata agli apparecchi ortodontici fissi ed hanno riferito che il metodo di legatura non influenza la morfologia batterica sulle superfici di composito e smalto. Turkkakraman e coll12. hanno valutato l’influenza di differenti metodi di legature dell’ arco (legature in acciaio contro anelli elastomerici) sulla flora batterica intra-orale e sulla salute parodontale. Nonostante i denti con anelli elastomerici presentino leggermente un più alto numero di S. mutans e lactobacilli nella placca piuttosto che quelli con fili in acciaio, le differenze non sono statisticamente significative. Non ci sono differenze negli indici di placca gengivali o nella profondità di sondaggio dei denti legati. Tuttavia, le gengive intorno ai denti legati con anelli elastomerici sono inclini al sanguinamento. Nel presente studio abbiamo voluto valutare le conseguenze parodontali degli apparecchi ortodontici fissi e con l’utilizzo di due metodi di legature per cui il protocollo redatto ha previsto la valutazione a sei mesi dall’inizio della terapia per evitare transitori cambiamenti legati ad un miglioramento dell’iniziale malocclusione (affollamento), sia la stabilizzazione dell’igiene orale che nelle fasi iniziali della terapia può essere migliore; inoltre in uno studio di Petti e coll.8 si è riscontrato nessun sviluppo di gengiviti e parodontiti in pazienti con una buona igiene orale nei primi 6 mesi, dopo i primi 6 mesi invece si è riscontrato una variazione nella microbiologia della placca con un aumento del rischio di sviluppare malattia parodontale. Oltre agli indici di placca e gengivali si è voluto valutare microbiologicamente la placca subgengivale sia con le legature elastomeriche (T0) che dopo un mese (T1) con le legature a rilascio d’argento utilizzando la metodica della PCR-realtime. I risultati ottenuti sono coerenti con la letteratura per quanto riguarda l’aumento di placca in seguito all’applicazione dei brackets e bande; infatti tra i 400 denti esaminati nei 50 pazienti, solo 82 nel T0 e 114 nel T1 presentavano un indice di placca 0, restando con entrambi i tipi di legature, numerosi elementi con presenza di placca da poca ad abbondante. In nessun caso si è riscontrato formazioni di tasche parodontali, ma solo ipertrofia gengivale con conseguente pseudo-tasche e gengiviti. Gli indici di sanguinamento raccolti indicano un valore più interessante di differenza fra i due tipi di legature con un passaggio di 128 denti con indice di sanguinamento 0 (GI) al T0 a 230 denti al T1, indicando la capacità delle legature d’argento di influenzare microbiologicamente la placca. Infatti dal confronto delle PCR al T0 e al T1è emerso non una variazione qualitativa dei microbi componenti la placca subgengivale ma un dimezzamento della carica dei batteri patogeni.Infatti con entrambe le legature, la placca è costituita da Actinobacillus actinomycetemcomitans, Porphimonas gingivalis, Tannerella forsythensys, Treponema denticola, Peptostreptococcus micros, Prevotella intermedia, Fusobacterium nucleatum, Campylobacter rectus: composizione coerente con i dati raccolti dalla letteratura internazionale4-7,10 che spiega la presenza di gengiviti dopo il posizionamento di attacchi con la colonizzazione batterica della placca da parte di batteri parodontopatici, senza differenze microbiologiche a seconda del tipo di legatura. In questo studio il miglioramento degli indici gengivali dopo l’applicazione delle legature antimicrobiche è quindi esclusivamente da attribuire al dimezzamento della carica dei batteri patogeni rispetto alle legature elastomeriche standard. Si può pertanto concludere che le legature orthoshield safe-t-tie a rilascio d’argento possono essere un valido strumento di controllo della placca nei pazienti ortodontici poco collaboranti. Una prospettiva futura è uno studio che preveda l’uso di legature antimicrobiche sostituite ogni 30 giorni come da indicazioni del produttore per 6 mesi e la valutazione microbiologica della placca con PCR-real time a 3 mesi e a 6 mesi per verificare una eventuale influenza dell’argento sulla colonizzazione batterica.
(2011). Rapporti tra parodontologia ed ortodonzia: valutazione dell'attività antimicrobica delle legature OrthoShield Safe-T-Tie a rilascio d'argento nei pazienti sottoposti a trattamento ortodontico. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011).
Rapporti tra parodontologia ed ortodonzia: valutazione dell'attività antimicrobica delle legature OrthoShield Safe-T-Tie a rilascio d'argento nei pazienti sottoposti a trattamento ortodontico
GERARDI, EMANUELA
2011
Abstract
La letteratura dimostra chiaramente che gli apparecchi ortodontici fissi determinano un aumentato accumulo di placca, colonizzazione batterica e decalcificazione dello smalto.1-3 Tuttavia, solo alcuni studi hanno valutato il contributo all’aumento di placca dei materiali di legatura. Forsberg e coll 13 hanno valutato la colonizzazione microbica dei 12 pazienti trattati con apparecchi ortodontici fissi e hanno riferito che l’incisivo laterale legato all’arco con anello elastomerico presentava un maggior numero di microrganismi nella placca dell’incisivo legato con filo metallico. Inoltre essi hanno segnalato un aumento significativo del numero di S. mutans e lactobacilli nella saliva dopo l’inserimento di apparecchi fissi. D’altra parte, Sukontapatiparke coll14, hanno usato il microscopio a scansione per valutare la colonizzazione batterica associata agli apparecchi ortodontici fissi ed hanno riferito che il metodo di legatura non influenza la morfologia batterica sulle superfici di composito e smalto. Turkkakraman e coll12. hanno valutato l’influenza di differenti metodi di legature dell’ arco (legature in acciaio contro anelli elastomerici) sulla flora batterica intra-orale e sulla salute parodontale. Nonostante i denti con anelli elastomerici presentino leggermente un più alto numero di S. mutans e lactobacilli nella placca piuttosto che quelli con fili in acciaio, le differenze non sono statisticamente significative. Non ci sono differenze negli indici di placca gengivali o nella profondità di sondaggio dei denti legati. Tuttavia, le gengive intorno ai denti legati con anelli elastomerici sono inclini al sanguinamento. Nel presente studio abbiamo voluto valutare le conseguenze parodontali degli apparecchi ortodontici fissi e con l’utilizzo di due metodi di legature per cui il protocollo redatto ha previsto la valutazione a sei mesi dall’inizio della terapia per evitare transitori cambiamenti legati ad un miglioramento dell’iniziale malocclusione (affollamento), sia la stabilizzazione dell’igiene orale che nelle fasi iniziali della terapia può essere migliore; inoltre in uno studio di Petti e coll.8 si è riscontrato nessun sviluppo di gengiviti e parodontiti in pazienti con una buona igiene orale nei primi 6 mesi, dopo i primi 6 mesi invece si è riscontrato una variazione nella microbiologia della placca con un aumento del rischio di sviluppare malattia parodontale. Oltre agli indici di placca e gengivali si è voluto valutare microbiologicamente la placca subgengivale sia con le legature elastomeriche (T0) che dopo un mese (T1) con le legature a rilascio d’argento utilizzando la metodica della PCR-realtime. I risultati ottenuti sono coerenti con la letteratura per quanto riguarda l’aumento di placca in seguito all’applicazione dei brackets e bande; infatti tra i 400 denti esaminati nei 50 pazienti, solo 82 nel T0 e 114 nel T1 presentavano un indice di placca 0, restando con entrambi i tipi di legature, numerosi elementi con presenza di placca da poca ad abbondante. In nessun caso si è riscontrato formazioni di tasche parodontali, ma solo ipertrofia gengivale con conseguente pseudo-tasche e gengiviti. Gli indici di sanguinamento raccolti indicano un valore più interessante di differenza fra i due tipi di legature con un passaggio di 128 denti con indice di sanguinamento 0 (GI) al T0 a 230 denti al T1, indicando la capacità delle legature d’argento di influenzare microbiologicamente la placca. Infatti dal confronto delle PCR al T0 e al T1è emerso non una variazione qualitativa dei microbi componenti la placca subgengivale ma un dimezzamento della carica dei batteri patogeni.Infatti con entrambe le legature, la placca è costituita da Actinobacillus actinomycetemcomitans, Porphimonas gingivalis, Tannerella forsythensys, Treponema denticola, Peptostreptococcus micros, Prevotella intermedia, Fusobacterium nucleatum, Campylobacter rectus: composizione coerente con i dati raccolti dalla letteratura internazionale4-7,10 che spiega la presenza di gengiviti dopo il posizionamento di attacchi con la colonizzazione batterica della placca da parte di batteri parodontopatici, senza differenze microbiologiche a seconda del tipo di legatura. In questo studio il miglioramento degli indici gengivali dopo l’applicazione delle legature antimicrobiche è quindi esclusivamente da attribuire al dimezzamento della carica dei batteri patogeni rispetto alle legature elastomeriche standard. Si può pertanto concludere che le legature orthoshield safe-t-tie a rilascio d’argento possono essere un valido strumento di controllo della placca nei pazienti ortodontici poco collaboranti. Una prospettiva futura è uno studio che preveda l’uso di legature antimicrobiche sostituite ogni 30 giorni come da indicazioni del produttore per 6 mesi e la valutazione microbiologica della placca con PCR-real time a 3 mesi e a 6 mesi per verificare una eventuale influenza dell’argento sulla colonizzazione batterica.File | Dimensione | Formato | |
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