La presenza di bambini immigrati nel contesto d'aula ostacola o avvantaggia l'apprendimento linguistico per l’intero gruppo? Lo studio presentato dall'autrice offre una risposta positiva: il confronto plurilinguistico è una ricchezza inestimabile per le potenzialità di sviluppo in età 3-6 anni. Il problema posto dall'autrice è invece nella ricerca di approcci didattici adeguati a far sì che gli insegnanti sappiano gestire le diversità linguistiche facendone un vantaggio educativo e cognitivo per tutti gli alunni, italofoni e non italofoni. Il contributo presenta i risultati di un'indagine nel corso della quale sono stati presentati testi scritti in altre lingue ai bambini di una sezione di scuola dell'infanzia italiana con presenza di bambini di altre culture. L'analisi del materiale raccolto ha messo in luce che le modalità e le strategie con cui i bambini si accostano ai testi scritti in altre lingue non differiscono da quelle utilizzate di fronte a testi scritti nella lingua materna: in entrambi i casi essi si appoggiano al contesto grafico (illustrazioni) per prevedere il potenziale contenuto del testo (narrando/inventando storie, nominando oggetti), tenendo conto delle proprietà quantitative (numero di linee, di segmenti o di parole) e qualitative (tipo di grafemi, corrispondenza tra fonema e grafema) del testo per confermare o confutare le loro ipotesi. Senza contare che, dal punto di vista educativo, la presenza di bambini immigranti all'interno delle scuole contribuisce a rendere più "tangibile" l'alterità, consentendo ai bambini immigranti di condividere e di "mostrare" la personale alterità, favorendo in questo modo la conferma identitaria e di conseguenza una migliore integrazione
Teruggi, L. (2010). Sistemi di scrittura in altre lingue. L'apporto dell'apprendimento dell'italiano. QDS. QUADERNI DI DIDATTICA DELLA SCRITTURA, 6(11), 65-82.
Sistemi di scrittura in altre lingue. L'apporto dell'apprendimento dell'italiano
TERUGGI, LILIA ANDREA
2010
Abstract
La presenza di bambini immigrati nel contesto d'aula ostacola o avvantaggia l'apprendimento linguistico per l’intero gruppo? Lo studio presentato dall'autrice offre una risposta positiva: il confronto plurilinguistico è una ricchezza inestimabile per le potenzialità di sviluppo in età 3-6 anni. Il problema posto dall'autrice è invece nella ricerca di approcci didattici adeguati a far sì che gli insegnanti sappiano gestire le diversità linguistiche facendone un vantaggio educativo e cognitivo per tutti gli alunni, italofoni e non italofoni. Il contributo presenta i risultati di un'indagine nel corso della quale sono stati presentati testi scritti in altre lingue ai bambini di una sezione di scuola dell'infanzia italiana con presenza di bambini di altre culture. L'analisi del materiale raccolto ha messo in luce che le modalità e le strategie con cui i bambini si accostano ai testi scritti in altre lingue non differiscono da quelle utilizzate di fronte a testi scritti nella lingua materna: in entrambi i casi essi si appoggiano al contesto grafico (illustrazioni) per prevedere il potenziale contenuto del testo (narrando/inventando storie, nominando oggetti), tenendo conto delle proprietà quantitative (numero di linee, di segmenti o di parole) e qualitative (tipo di grafemi, corrispondenza tra fonema e grafema) del testo per confermare o confutare le loro ipotesi. Senza contare che, dal punto di vista educativo, la presenza di bambini immigranti all'interno delle scuole contribuisce a rendere più "tangibile" l'alterità, consentendo ai bambini immigranti di condividere e di "mostrare" la personale alterità, favorendo in questo modo la conferma identitaria e di conseguenza una migliore integrazioneFile | Dimensione | Formato | |
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