Le fonti del diritto industriale cinquant'anni dopo

Cinquant’anni fa le fonti del diritto industriale erano costituite prevalentemente dal Codice civile e dalle leggi speciali, cui facevano da sfondo le grandi Convenzioni internazionali dell'800. Il riferimento alle Convenzioni lasciava ovviamente trasparire che, pur in un sistema fortemente basato sul principio di territorialità, il diritto industriale era aperto alle influenze dei rapporti internazionali e del commercio internazionale. in un cinquantennio, il sistema delle fonti del diritto industriale è profondamente mutato. Se ci si pone il problema delle fonti del diritto industriale oggi, è facile dare atto che, in un cinquantennio, esso è profondamente mutato, per impulso delle Convenzioni internazionali e del diritto comunitario. Chi oggi si occupa di diritto industriale, e di fonti del diritto industriale, si trova ad operare in un sistema complesso, come testimonia, per fare un solo esempio recente, la decisione della Corte di Giustizia delle Comunità Europee nel caso Christian Dior. La decisione riguarda un profilo specifico del diritto comunitario. Ma può essere letta sotto il profilo delle fonti la dove mostra come il Giudice nazionale debba ormai fare riferimento a tre ordini di norme industrialistiche, la meno rilevante delle quali sembra essere proprio quella nazionale. Non si tratta – è ovvio – di una caratteristica esclusiva del diritto industriale. Vasti settori del diritto privato sono soggetti a sollecitazioni “esterne” (si pensi al diritto societario, ai contratti, alle obbligazioni) né si può dire che il fenomeno è nuovo (si pensi alla disciplina della cambiale o dell’assegno). Tuttavia si può dire che per il diritto industriale il fenomeno è particolarmente marcato, sia in ragione della sua tradizionale “vocazione internazionale”, sia per la sempre più intensa globalizzazione dei mercati.