Critica alla decisione della Corte di giustizia delle Comunità europee Sez. VI, 26 ottobre 2006 Causa C-198/05 che ha condannato l'Italia per l’esenzione dall'obbligo di remunerazione degli autori, concessa dalla Repubblica italiana, alle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici. L’talia, nel dare attuazione alla Direttiva, scelse di conservare, per le biblioteche (e discoteche) pubbliche, il principio di gratuità. Di qui la condanna. Le Biblioteche Pubbliche Statali, che conservano e raccolgono la produzione editoriale italiana a livello nazionale e locale sono 46 (quarantasei!). Ciascheduna ha una sua storia, che si confonde con la storia della cultura e della diffusione della cultura. Fino ad oggi, l’accesso alle biblioteche pubbliche, la consultazione dei volumi, il loro prestito è stato libero e gratuito. Vi sono, per vero, regolamenti e regole di comportamento e d’uso (si veda per esempio, il Regolamento interno ai sensi dell'art. 26 D.PR. 417/95 della Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli, redatto dal Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l'editoria). Ma l’idea generale, il principio comune è che l’accesso alle biblioteche pubbliche, la consultazione dei volumi e il loro prestito è libero e gratuito. Presto non sarà più così. Ma la cosa che più indigna è che il sovvertimento di una tradizione secolare è stato consumato in nome del diritto d’autore. Un diritto, sorto a difesa degli autori, che, dal suo nascere, ha sempre cercato un equilibrio tra protezione degli interessi degli autori e diffusione della cultura. Equilibrio che la Direttiva 92/100/CEE e la decisione della Corte di giustizia delle Comunità europee del 26 ottobre 2006 hanno infranto.
Franceschelli, V. (2007). Diritto comunitario, diritto d'autore e biblioteche a pagamento. Grazie al diritto comunitario le nostre biblioteche si trasformano in esattori (nota a Corte di giustizia delle Comunità europee Sez. VI, 26 ottobre 2006 Causa C-198/05). RIVISTA DI DIRITTO INDUSTRIALE, 56(1), 68-76.
Diritto comunitario, diritto d'autore e biblioteche a pagamento. Grazie al diritto comunitario le nostre biblioteche si trasformano in esattori (nota a Corte di giustizia delle Comunità europee Sez. VI, 26 ottobre 2006 Causa C-198/05)
FRANCESCHELLI, VINCENZO
2007
Abstract
Critica alla decisione della Corte di giustizia delle Comunità europee Sez. VI, 26 ottobre 2006 Causa C-198/05 che ha condannato l'Italia per l’esenzione dall'obbligo di remunerazione degli autori, concessa dalla Repubblica italiana, alle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici. L’talia, nel dare attuazione alla Direttiva, scelse di conservare, per le biblioteche (e discoteche) pubbliche, il principio di gratuità. Di qui la condanna. Le Biblioteche Pubbliche Statali, che conservano e raccolgono la produzione editoriale italiana a livello nazionale e locale sono 46 (quarantasei!). Ciascheduna ha una sua storia, che si confonde con la storia della cultura e della diffusione della cultura. Fino ad oggi, l’accesso alle biblioteche pubbliche, la consultazione dei volumi, il loro prestito è stato libero e gratuito. Vi sono, per vero, regolamenti e regole di comportamento e d’uso (si veda per esempio, il Regolamento interno ai sensi dell'art. 26 D.PR. 417/95 della Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli, redatto dal Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l'editoria). Ma l’idea generale, il principio comune è che l’accesso alle biblioteche pubbliche, la consultazione dei volumi e il loro prestito è libero e gratuito. Presto non sarà più così. Ma la cosa che più indigna è che il sovvertimento di una tradizione secolare è stato consumato in nome del diritto d’autore. Un diritto, sorto a difesa degli autori, che, dal suo nascere, ha sempre cercato un equilibrio tra protezione degli interessi degli autori e diffusione della cultura. Equilibrio che la Direttiva 92/100/CEE e la decisione della Corte di giustizia delle Comunità europee del 26 ottobre 2006 hanno infranto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.