Obiettivi: A seguito delle raccomandazioni degli ultimi PSN le Regioni hanno attivato programmi di screening sul cancro della mammella. In Lombardia la ASL-1 Provincia di Milano ha implementato un programma di screening monitorato attraverso gli indicatori di processo GISMa. L'obiettivo è verificare il grado di soddisfazione delle donne coinvolte per migliorare il programma. Metodi: È stata condotta un'indagine telefonica nell'Ottobre-Dicembre 2004 tra un campione casuale di 350 donne che avevano effettuato la mammografia nel Gennaio-Giugno 2004. Le telefonate sono avvenute in vari giorni feriali ad orari diversificati. Risultati: Di 301 partecipanti, 289 (96%) erano disponibili all'intervista. L'età mediana è 59 anni (range 52-74). Il giudizio complessivo sullo screening è buono/ottimo per il 90%. Circa il 50% delle intervistate riferisce di aver provato fastidio/sensazioni sgradevoli nell'effettuare la mammografia. Il 75-80% è correttamente informata su finalità e scopi dello screening. Le donne più giovani sono significativamente più disponibili a controllarsi anche in assenza di screening gratuito rispetto alle più anziane (= 60 anni). Non è risultata alcuna caratteristica individuale capace di discriminare efficacemente chi effettua l'autopalpazione (61%) e chi no. Fastidio e dolore riferiti nell'effettuare la mammografia non si distribuiscono casualmente tra i vari distretti ma evidenziano una maggior proporzione rispetto all'atteso in alcune realtà e condizionano significativamente il giudizio finale della donna. Conclusioni: Maggiore attenzione va posta nel proporre iniziative educative alla salute delle donne più anziane che sembrano recepire meno di altre il messaggio preventivo. L'esperienza personale della donna nella fase di esecuzione della diagnosi risulta tra i fattori più influenti sul suo giudizio complessivo e, di conseguenza, potrebbe rappresentare di per sé un elemento di distorsione capace di invalidare la corretta interpretazione di un'indagine di customer satisfaction per il miglioramento di una campagna di screening.
Vita, M., Bellina, L., Colzani, E., Bonazzi, M., DEL CORNO, G., Maggioni, C., et al. (2007). Screening del cancro alla mammella: inchiesta sulla customer satisfaction in un gruppo di donne partecipanti. In L'igienista nelle scelte strategiche e operative (pp.295-295). Roma.
Screening del cancro alla mammella: inchiesta sulla customer satisfaction in un gruppo di donne partecipanti
COLZANI, EDOARDO;BONAZZI, MARIA CHIARA;DEL CORNO, GIAN GIUSEPPE;
2007
Abstract
Obiettivi: A seguito delle raccomandazioni degli ultimi PSN le Regioni hanno attivato programmi di screening sul cancro della mammella. In Lombardia la ASL-1 Provincia di Milano ha implementato un programma di screening monitorato attraverso gli indicatori di processo GISMa. L'obiettivo è verificare il grado di soddisfazione delle donne coinvolte per migliorare il programma. Metodi: È stata condotta un'indagine telefonica nell'Ottobre-Dicembre 2004 tra un campione casuale di 350 donne che avevano effettuato la mammografia nel Gennaio-Giugno 2004. Le telefonate sono avvenute in vari giorni feriali ad orari diversificati. Risultati: Di 301 partecipanti, 289 (96%) erano disponibili all'intervista. L'età mediana è 59 anni (range 52-74). Il giudizio complessivo sullo screening è buono/ottimo per il 90%. Circa il 50% delle intervistate riferisce di aver provato fastidio/sensazioni sgradevoli nell'effettuare la mammografia. Il 75-80% è correttamente informata su finalità e scopi dello screening. Le donne più giovani sono significativamente più disponibili a controllarsi anche in assenza di screening gratuito rispetto alle più anziane (= 60 anni). Non è risultata alcuna caratteristica individuale capace di discriminare efficacemente chi effettua l'autopalpazione (61%) e chi no. Fastidio e dolore riferiti nell'effettuare la mammografia non si distribuiscono casualmente tra i vari distretti ma evidenziano una maggior proporzione rispetto all'atteso in alcune realtà e condizionano significativamente il giudizio finale della donna. Conclusioni: Maggiore attenzione va posta nel proporre iniziative educative alla salute delle donne più anziane che sembrano recepire meno di altre il messaggio preventivo. L'esperienza personale della donna nella fase di esecuzione della diagnosi risulta tra i fattori più influenti sul suo giudizio complessivo e, di conseguenza, potrebbe rappresentare di per sé un elemento di distorsione capace di invalidare la corretta interpretazione di un'indagine di customer satisfaction per il miglioramento di una campagna di screening.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.