La salute è influenzata da una serie di fattori tra loro in interazione. Essi possono essere ricondotti a tre dimensioni: condizioni sociali, fattori biologici e caratteristiche contestuali o ecologiche. Un’ampia letteratura riconosce nelle condizioni strutturali un importante determinante del deterioramento delle condizioni di salute degli individui. Sono moltissimi gli studi che documentano un’influenza sulla salute delle tradizionali variabili di stratificazione sociale, come il titolo di studio e la condizione occupazionale. Tuttavia, sappiamo anche che il peggioramento delle condizioni socio-economiche si trasmette solo in parte in modo diretto. Sussistono infatti numerosi effetti trasversali e indipendenti dalla posizione socio-economica legati a stili di vita individuali e familiari. Descrivere le dinamiche di queste relazioni, anche alla luce dei cambiamenti a livello macro, come quelli imposti dalla crisi economica, appare un compito di centrale importanza. Alcuni autori, ad esempio, sostengono che fasi di recessione economica producano effetti ambivalenti sulle condizioni di salute (Karanikolos et al. 2013; Merino 2013; Suhrcke & Stuckler 2012; Ruhm 2000). In questo senso si evidenzia che nei periodi di crisi alcuni comportamenti insalubri tendano a ridursi per una serie di ragioni contingenti, tra cui la minore disponibilità economica di cui gli individui beneficiano. Ad esempio, la crescita delle tasse sull’alcol e sul tabacco per necessità finanziarie avrebbero indotto una riduzione di questi comportamenti pericolosi per la salute. Ancora, si sarebbe osservata in molti paesi una diminuzione delle morti per incidenti stradali, poiché gli automobilisti si sarebbero indirizzati verso mezzi di trasporto meno costosi o avrebbero ridotto i loro viaggi. D’altra parte, comprendere ed esplorare come le abitudini insalubri possano essersi modificate entro i diversi gruppi occupazionali con l’avvento della crisi può aiutare a mettere in atto pratiche di Work Health Promotion (WHP), ossia forme di promozione della salute attivate dai datori di lavoro, privati e pubblici, che consentono di attuare interventi di prevenzione mirati e di maggiore efficacia nei luoghi di lavoro. Date queste premesse, in questo studio è nostro interesse mostrare i cambiamenti in alcuni fattori di rischio negli anni della crisi. Ciò sarà fatto impiegando i dati ISTAT Multiscopo Aspetti della vita quotidiana. Le analisi saranno condotte con tecniche di regressione multivariata gerarchica e tecniche di riduzione dei dati. Tra i fattori di rischio epidemiologicamente validati l’attenzione è stata posta sui seguenti: 1) fumo (Gallus et al. 2015); 2) alcool (Ruhm 1995); 3) dieta (Merino 2013); 4) attività fisica (Karanikolos et al. 2013). L’obiettivo più generale dello studio è dunque migliorare la comprensione dell’intricato sistema di relazioni tra variabili socio-economiche, stili di vita e salute, in modo da offrire conoscenze utili al decisore politico, al fine di predisporre interventi maggiormente informati di prevenzione primaria e secondaria sulla salute. Inoltre, di una conoscenza più approfondita delle dinamiche in atto possono beneficiare i datori di lavoro, che in una prospettiva di WHP, saranno in grado di promuovere con più efficacia pratiche a sostegno di stili di vita sani. Più in particolare lo scopo di questo lavoro è comprendere quali siano i percorsi attraverso cui gli svantaggi occupazionali possono tradursi in stili di vita insalubri e conseguentemente in peggiori condizioni di salute. Intervenire in modo perequativo, al fine di ridurre le disuguaglianze di salute, può significare sia agire sulla disuguaglianza sociale tout court, ma anche intervenire sugli snodi attraverso cui questa disuguaglianza si riverbera sulla salute.
Sarti, S., Terraneo, M., Tognetti, M. (2016). Stili di vita nell’Italia della crisi: il cambiamento nelle abitudini insalubri secondo le condizioni lavorative. Intervento presentato a: IX ESPAnet Italy Conference “Welfare models and Varieties of Capitalism. The challenges to the socio-economic development in Italy and Europe”, Macerata (Italia).
Stili di vita nell’Italia della crisi: il cambiamento nelle abitudini insalubri secondo le condizioni lavorative
SARTI, SIMONE;TERRANEO, MARCO;TOGNETTI, MARA GRAZIELLA
2016
Abstract
La salute è influenzata da una serie di fattori tra loro in interazione. Essi possono essere ricondotti a tre dimensioni: condizioni sociali, fattori biologici e caratteristiche contestuali o ecologiche. Un’ampia letteratura riconosce nelle condizioni strutturali un importante determinante del deterioramento delle condizioni di salute degli individui. Sono moltissimi gli studi che documentano un’influenza sulla salute delle tradizionali variabili di stratificazione sociale, come il titolo di studio e la condizione occupazionale. Tuttavia, sappiamo anche che il peggioramento delle condizioni socio-economiche si trasmette solo in parte in modo diretto. Sussistono infatti numerosi effetti trasversali e indipendenti dalla posizione socio-economica legati a stili di vita individuali e familiari. Descrivere le dinamiche di queste relazioni, anche alla luce dei cambiamenti a livello macro, come quelli imposti dalla crisi economica, appare un compito di centrale importanza. Alcuni autori, ad esempio, sostengono che fasi di recessione economica producano effetti ambivalenti sulle condizioni di salute (Karanikolos et al. 2013; Merino 2013; Suhrcke & Stuckler 2012; Ruhm 2000). In questo senso si evidenzia che nei periodi di crisi alcuni comportamenti insalubri tendano a ridursi per una serie di ragioni contingenti, tra cui la minore disponibilità economica di cui gli individui beneficiano. Ad esempio, la crescita delle tasse sull’alcol e sul tabacco per necessità finanziarie avrebbero indotto una riduzione di questi comportamenti pericolosi per la salute. Ancora, si sarebbe osservata in molti paesi una diminuzione delle morti per incidenti stradali, poiché gli automobilisti si sarebbero indirizzati verso mezzi di trasporto meno costosi o avrebbero ridotto i loro viaggi. D’altra parte, comprendere ed esplorare come le abitudini insalubri possano essersi modificate entro i diversi gruppi occupazionali con l’avvento della crisi può aiutare a mettere in atto pratiche di Work Health Promotion (WHP), ossia forme di promozione della salute attivate dai datori di lavoro, privati e pubblici, che consentono di attuare interventi di prevenzione mirati e di maggiore efficacia nei luoghi di lavoro. Date queste premesse, in questo studio è nostro interesse mostrare i cambiamenti in alcuni fattori di rischio negli anni della crisi. Ciò sarà fatto impiegando i dati ISTAT Multiscopo Aspetti della vita quotidiana. Le analisi saranno condotte con tecniche di regressione multivariata gerarchica e tecniche di riduzione dei dati. Tra i fattori di rischio epidemiologicamente validati l’attenzione è stata posta sui seguenti: 1) fumo (Gallus et al. 2015); 2) alcool (Ruhm 1995); 3) dieta (Merino 2013); 4) attività fisica (Karanikolos et al. 2013). L’obiettivo più generale dello studio è dunque migliorare la comprensione dell’intricato sistema di relazioni tra variabili socio-economiche, stili di vita e salute, in modo da offrire conoscenze utili al decisore politico, al fine di predisporre interventi maggiormente informati di prevenzione primaria e secondaria sulla salute. Inoltre, di una conoscenza più approfondita delle dinamiche in atto possono beneficiare i datori di lavoro, che in una prospettiva di WHP, saranno in grado di promuovere con più efficacia pratiche a sostegno di stili di vita sani. Più in particolare lo scopo di questo lavoro è comprendere quali siano i percorsi attraverso cui gli svantaggi occupazionali possono tradursi in stili di vita insalubri e conseguentemente in peggiori condizioni di salute. Intervenire in modo perequativo, al fine di ridurre le disuguaglianze di salute, può significare sia agire sulla disuguaglianza sociale tout court, ma anche intervenire sugli snodi attraverso cui questa disuguaglianza si riverbera sulla salute.File | Dimensione | Formato | |
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