L’educazione, la pedagogia e l’intervento sociale godono di brutta fama fra i sinti. Ne hanno sperimentato il lato violento, forzatamente assimilazionista. I sinti sono un «popolo resistenza» che è stato capace di fronteggiare i dispositivi rieducativi predisposti nei loro confronti, sebbene con enormi costi personali. Nei mille rivoli dell’intervento sociale, tuttavia, è possibile scorgere anche altre pratiche educative che hanno accompagnato questi gruppi, sostenendone l’emancipazione e l’autodeterminazione. L'articolo riassume i principali assunti della «pedagogia zingara» che si è sviluppata negli anni ’60 a partire dalle interpretazioni della «crisi» dei gruppi sinti dovuta all’industrializzazione delle campagne. Nonostante la pervasività delle modalità «ri-educative» esercitate nei confronti dei sinti, l’articolo mostra anche come le pratiche pedagogiche siano andate via via differenziandosi, prendendo distanza da concezioni discriminanti. Pur non essendo superate le forme di intervento di stampo assistenziale e segregante, gli ultimi anni hanno visto fiorire una pluralità di forme di accompagnamento educativo all’insegna del sostegno alle capacità degli individui e dei gruppi.
Vitale, T. (2010). Quale pedagogia per il lavoro con i sinti? Alcuni segnali di innovazione educativa. ANIMAZIONE SOCIALE, 40(241), 34-43.
Quale pedagogia per il lavoro con i sinti? Alcuni segnali di innovazione educativa
VITALE, TOMMASO
2010
Abstract
L’educazione, la pedagogia e l’intervento sociale godono di brutta fama fra i sinti. Ne hanno sperimentato il lato violento, forzatamente assimilazionista. I sinti sono un «popolo resistenza» che è stato capace di fronteggiare i dispositivi rieducativi predisposti nei loro confronti, sebbene con enormi costi personali. Nei mille rivoli dell’intervento sociale, tuttavia, è possibile scorgere anche altre pratiche educative che hanno accompagnato questi gruppi, sostenendone l’emancipazione e l’autodeterminazione. L'articolo riassume i principali assunti della «pedagogia zingara» che si è sviluppata negli anni ’60 a partire dalle interpretazioni della «crisi» dei gruppi sinti dovuta all’industrializzazione delle campagne. Nonostante la pervasività delle modalità «ri-educative» esercitate nei confronti dei sinti, l’articolo mostra anche come le pratiche pedagogiche siano andate via via differenziandosi, prendendo distanza da concezioni discriminanti. Pur non essendo superate le forme di intervento di stampo assistenziale e segregante, gli ultimi anni hanno visto fiorire una pluralità di forme di accompagnamento educativo all’insegna del sostegno alle capacità degli individui e dei gruppi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.